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Dopo la pubblicazione in Gazzetta, del decreto Ristori Ter, dal valore di 400 milioni di euro, vediamo di fare chiarezza su come richiedere i buoni spesa per le famiglie.
Buoni spesa per le famiglie
I soldi previsti dal Decreto Ristori ter, quei 400 milioni, saranno destinati ai Comuni, i quali poi, dovranno farsi carico di assegnare i buoni spesa alle famiglie maggiormente in difficoltà, come dichiarato dal ministro dell’Economia, Gualtieri: -“Per non lasciare indietro nessuno, abbiamo previsto un fondo di 400 milioni di euro da destinare ai Comuni, per sostenere le famiglie maggiormente in difficoltà attraverso l’erogazione di buoni spesa e generi di prima necessità, come avvenne durante la prima fase della pandemia”.
Per quanto riguarda i buoni, al momento è presente solo una bozza, nella quale si legge: “Al fine di consentire ai comuni l’adozione di misure urgenti di solidarietà alimentare, è istituito nello stato di previsione del Ministero dell’interno, un fondo di 400 milioni di euro nel 2020, da erogare a ciascun comune, entro 7 giorni dall’entrata in vigore del presente decreto legge”.
Come richiederli?
Sarà il Comune, in base anche alla nota n.658 che fa riferimento all’Ordinanza della protezione civile, a stabilire le modalità di erogazione, e quali criteri si debba possedere per poterli richiedere.
I cittadini dovranno far riferimento alle regole specifiche indicate dal proprio Comune di residenza, in linea di massima ci sarà un’autocertificazione da compilare, nel quale segnare da quante persone è composto il nucleo familiare, e se si è percettori di altre forme di sostegno.
A quanto ammontano?
L’importo del buono dovrebbe variare da un minimo di 300 euro a un massimo di 500 euro, a seconda del tipo e dei componenti che fanno parte del nucleo familiare.
Previsti invece 400 euro per i nuclei che non superano i 4 individui.
Quali spese si possono effettuare?
I buoni saranno spendibili solo per generi di prima necessità, presso i negozi indicati in un elenco pubblicato dal Comune sul sito istituzionale; oppure il Comune può non erogare alcun buono e decidere di consegnare la spesa a domicilio a quelle famiglie che ne hanno diritto.