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Elezioni legislative in Argentina, vittoria schiacciante di Javier Milei: "Giornata storica"

elezioni argentina

Le elezioni di metà mandato in Argentina sono state un vero test per la tenuta del progetto ultraliberista di Javier Milei.

Le elezioni legislative di metà mandato in Argentina hanno rappresentato molto più di un semplice appuntamento elettorale: sono state un test cruciale per misurare la tenuta del progetto ultraliberista di Javier Milei. In un clima di tensione politica e incertezza economica, il Paese si è espresso su una scelta di modello: continuare con le riforme radicali avviate dal presidente o tornare alle politiche di stampo peronista.

Il risultato, accolto con sorpresa anche dagli osservatori più ottimisti, ha consegnato a Milei un mandato rafforzato e un capitale politico rinnovato.

Una vittoria oltre le previsioni: Milei consolida il potere in Argentina

Il successo elettorale di Milei arriva in un momento complesso, segnato da scandali politici e politiche economiche controverse. Il caso della criptovaluta “Libra”, promossa dal presidente e poi crollata in borsa, ha travolto centinaia di risparmiatori e coinvolto anche la sorella Karina Milei, accusata di irregolarità in appalti pubblici. A ciò si è aggiunto il ritiro forzato del candidato di punta Luis Espert, sospettato di aver ricevuto fondi da un narcotrafficante sotto processo negli Stati Uniti.

Sul fronte economico, il presidente rivendica risultati tangibili: l’inflazione è scesa dal 200% al 31% e il bilancio statale è tornato in pareggio dopo oltre un decennio. Tuttavia, la sua “cura lacrime e sangue” ha comportato tagli profondi a sanità, scuola e welfare, alimentando tensioni sociali e disuguaglianze crescenti.

Dalla sua parte resta l’appoggio di Donald Trump, che su Truth Social ha scritto:

“Congratulazioni al presidente Javier Milei per la sua schiacciante vittoria in Argentina. Sta facendo un lavoro straordinario! La nostra fiducia in lui è stata giustificata dal popolo argentino”.

Il sostegno americano, concretizzato in un pacchetto di 40 miliardi di dollari, rafforza la stabilità finanziaria del governo ma accende le critiche dell’opposizione, che accusa Milei di essere “comandato da Washington”.

Il presidente argentino, però, non arretra e rilancia la sua visione: “Siamo 14 punti avanti al kirchnerismo. Gli argentini non vogliono tornare al modello del fallimento. Mai più populismo”.

Elezioni di medio termine in Argentina, vittoria di Javier Milei: “È punto di svolta”

Le elezioni di metà mandato hanno sancito una netta affermazione del suo movimento, La Libertad Avanza, che con il 40,84% dei voti ha surclassato la coalizione peronista di sinistra, Fuerza Patria, ferma al 24,5%. Anche nella provincia di Buenos Aires, storica roccaforte progressista, il partito del presidente ha conquistato terreno, guadagnando 64 seggi alla Camera e ampliando così il proprio margine di manovra. Pur non avendo ancora la maggioranza assoluta, Milei potrà contare su nuovi equilibri per stringere accordi, in particolare con il PRO dell’ex presidente Mauricio Macri.

L’affluenza, scesa al 67,85%, il valore più basso dal ritorno della democrazia nel 1983, non ha intaccato la portata del risultato. Di fronte alla vittoria, Milei ha dichiarato:

Oggi abbiamo raggiunto un punto di svolta, oggi è chiaramente un giorno storico per l’Argentina. Ora possiamo tradurre in legge le direttive del Patto di Maggio, potremo discutere le basi per un’Argentina diversa. Abbiamo un’opportunità storica e irripetibile”.