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In India, un treno ha investito e ucciso 14 lavoratori migranti che dormivano sui binari della ferrovia ad Aurangabad, nel Maharashtra, stato centro-occidentale indiano.
Il fatto di cronaca ha anche dei riscontri politici.
India, migranti investiti da un treno
Secondo il ministero delle ferrovie indiane, i migranti stavano tornando alle proprie città di origine. La causa potrebbe essere quella comune a migliaia di persone in India, ossia la perdita del lavoro in seguito alle disposizioni dovute dall’espansione del Coronavirus.
Il lockdown in India è in corso dalla fine di marzo ed è stato esteso fino al 17 maggio.
Come ci si poteva immaginare, quello in India si è rivelato uno dei blocchi più severi al mondo, sia da un punto di vista lavorativo che di salute. Infatti, le disposizioni in materia di contenimento del virus hanno inflitto numerosi danni alla popolazione più povera.
Le conseguenze del lockdown
Il blocco delle attività produttive si è rivelato tragico per molti lavoratori. Oltre a ciò, la riduzione considerevole dei trasporti ha costretto diversi lavoratori migranti – i tanti che ogni giorno tentano di sfuggire dalla fame – a percorrere lunghe strade a piedi per ritornare a casa.
Una stanchezza fatale, quindi, quella che ha coinvolto il gruppo di migranti.
Le critiche al presidente Modi
Ovviamente non si sono sprecate le critiche rivolte al Primo Ministro Narendra Modi. Questi ha dichiarato con un tweet la sua vicinanza nei confronti delle vittime e tutta l’assistenza possibile da parte dello Stato.
Extremely anguished by the loss of lives due to the rail accident in Aurangabad, Maharashtra. Have spoken to Railway Minister Shri Piyush Goyal and he is closely monitoring the situation. All possible assistance required is being provided.
— Narendra Modi (@narendramodi) May 8, 2020
Ma è proprio Modi uno dei colpevoli della strage, secondo l’opinione pubblica. A lui viene attribuito l’errore di aver organizzato degli aerei per rimpatriare gli indiani dall’estero, lasciando i lavoratori bloccati nelle grandi città con poco cibo e denaro.