Si uccide per un video su TikTok: "Reputazione rovinata"

Una ragazza si è uccisa per un video postato su TikTok. Offese ed insulti l'hanno spinta al drammatico gesto: "Hanno rovinato il mio nome".

Una ventenne si è uccisa dopo essere diventata vittima di cyberbullismo a causa di un video su TikTok.

Inutili le richieste di cancellare il filmato così ha deciso di impiccarsi.

Si suicida per il un video su Tik Tok

Thivya Nayagi è stata trovata impiccata nella sua casa a Penang per un video su TikTok. A scoprire il suo corpo il fratello che, dopo una serie di chiamate senza risposta, si è recato a casa della ragazza ed ha fatto la macabra scoperta. Inutile i soccorsi in ospedale, i medici hanno solo potuto costatare il decesso.

Perchè Thivya ha scelto di morire

Tutto è iniziato con un video di Thivya su Tiktok caricato da un collega che lavorava con lei. In poco tempo è diventato virale e sono state innumerevoli le offese che le sono piovute addosso. L’account che ha istigato l’odio nei confronti della ragazza è stato disattivato subito dopo la sua morte.

“Ho perso mia sorella perché qualcuno voleva essere popolare sui social media ha detto il fratello che ancora piange la scomparsa della madre risalente solo all’anno scorso e si trova adesso anche senza la sorella.

Il messaggio e le scuse

Prima di morire Thivya ha scritto un messaggio proprio al fratello in cui chiedeva “perdono” per quel video: “Il motivo per cui sto prendendo questa decisione è perché l’account di Joker Oruvan ha messo il mio video su Facebook e ha rovinato il mio nome e cognome”.

La ragazza si sarebbe dovuta sposare a dicembre. Ad oggi nessuna indagine è stata aperta per fare giustizia.

I pericoli dei social

Sono innumerevoli i problemi che si celano dietro ai social e non si tratta solo di TikTok ma di tutti i network esistenti. Il cyberbullismo è la piaga più evidente e grave dell’uso improprio dei nuovi mezzi di comunicazione. A questi bisogna aggiungere la diffusione dei dati da vendere alle pubblicità, l’appiattimento della protesta sociale, perché ormai si fa in rete e la proliferazione di fake news, che favoriscono la disinformazione.

Ma non solo: in rete crescono anche i leoni da tastiera, gli stessi che hanno “ucciso” Thivya.