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Coronavirus: tutte le bufale in circolazione sull'epidemia

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Per non incorrere in una cattiva informazione sul coronavirus, è bene separare le notizie vere dalle bufale: ecco quali sono le principali.

Dai controlli dagli scontrini all’assunzione di vitamina C per tenere lontana l’infezione, sono tantissime le bufale in circolazione sul coronavirus che in pochi mesi ha già causato oltre 500.000 contagi nel mondo. Qui quelle che hanno avuto più seguito e a cui è bene non credere.

Coronavirus: le bufale in circolazione

Dai messaggi inviati su WhatsApp ai video pubblicati su Facebook, la rete pullula di informazioni false relative all’infezione che di volta in volta scienziati o fonti governative devono trovarsi a smentire.

Il video dell’infermiere suicida

É diventato in poco tempo virale la registrazione di un uomo che cade dal tetto di un edificio e atterra su un’ambulanza. Il web ha iniziato a divulgare la notizia secondo cui si trattasse di un infermiere che, stanco per i turni massacranti e infiniti a cui è costretto per gestire l’emergenza, si era suicidato. Sono bastati rapidi controlli per verificare che il video era stato girato l’anno precedente e il protagonista non era un infermiere bensì un uomo che, dopo aver minacciato di gettarsi nel vuoto, era caduto da un’altezza di 15 metri. Finito su un mezzo del 118, era riuscito a salvarsi.

La vitamina C per prevenire l’infezione

Un’altra bufala messa in circolazione dagli utenti del web è quella secondo cui la Vitamina C possa fare da scudo all’infezione. Qualcuno ha ritenuto di divulgare che assumendone 1-2 grammi al giorno, le possibilità di contrarre l’infezione si sarebbero ridotte di molto, soprattutto per gli anziani che sembrano la categoria più colpita. Non è passato molto tempo dall’intervento dei medici che hanno smentito nella maniera più assoluta. “Nessuna Vitamina C, nessuna terapia con integratori“, ha affermato il direttore del reparto di Malattie Infettive del Policlinico di Milano. Al momento non esiste infatti una profilassi effiace contro il virus.

Il virus resiste sull’asfalto

É bastato un file audio in circolazione su WhatsApp affinché si diffondesse la credenza per cui il coronavirus resisterebbe sull’asfalto e quindi per evitare di contrarlo sarebbe necessario usare soltanto un paio di scarpe per andare in giro. La voce di una presunta amica di un dottore aveva poi invitato a lasciare le calzature fuori dalla soglia di casa per evitare di contaminare il proprio pavimento. I medici hanno però smentito l’ipotesi che il virus possa sopravvivere per nove giorni incontrastato per le vie delle città e che anche il semplice camminare per strada possa bastare a portarlo all’interno delle nostre case. “Può resistere qualche giorno ma con una carica virale irrisoria“, ha spiegato il virologo Pregliasco.

Acqua calda e sole contro il coronavirus

Dopo che gli esperti avevano affermato che il caldo riduce la diffusione di molti patogeni respiratori, hanno iniziato a diffondersi alcune falsità a riguardo. Prime fra tutte quella secondo cui stare al sole e utilizzare e bere l’acqua calda basterebbe a debellare il virus. Nulla di più falso, sostengono gli esperti. Costoro hanno fatto notare che esporsi al sole fa bene perché aumenta la sintesi di Vitamina D ma che l’azione non ha alcun effetto contro il coronavirus. “Anche la soluzione dell’acqua calda è un’assurdità“, ha ribadito il presidente dell’associazione mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici.

Le pensioni ridotte al 50%

Una fake news che ha fatto spaventare gli italiani percettori di pensione è quella secondo cui l’Inps avrebbe ridotto a metà il pagamento del mese di aprile. Nel testo del documento falso si leggeva poi che il compenso mancato sarebbe stato recuperato integralmente ad agosto. Si tratta ovviamente di una bufala come è evidente dal fatto che sul sito ufficiale dell’Istituto di previdenza non c’è traccia della presunta circolare.

I vigili che controllano gli scontrini

Altra notizia falsa circolata nel pieno dell’emergenza riguarda i presunti controlli da parte dei vigili sugli scontrini della spesa. Una voce diffusa nelle chat di WhatsApp avverte infatti di conservare le ricevute perché le forze dell’ordine avrebbero potuto chiederle come prova di quanto dichiarato nell’autocertificazione. Anche in questo caso non c’è nulla di vero: il Decreto del Presidente del Consiglio relativo ai controlli non prevede in nessuna sua parte l’eventualità della richiesta degli scontrini.