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Fedriga: 'Non più differibile costituzionalizzazione Conferenze'

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Roma, 6 dic. (Adnkronos) - ''La costituzionalizzazione delle Conferenze ormai non è più differibile. Per questo ci impegneremo ad adottare ogni utile iniziativa per far rientrare nel solco costituzionale la disciplina dei rapporti tra lo Stato e le Regioni, per una più...

Roma, 6 dic. (Adnkronos) – ''La costituzionalizzazione delle Conferenze ormai non è più differibile. Per questo ci impegneremo ad adottare ogni utile iniziativa per far rientrare nel solco costituzionale la disciplina dei rapporti tra lo Stato e le Regioni, per una più chiara ed efficiente definizione delle modalità di collaborazione nella definizione delle politiche pubbliche che richiedono sempre più compartecipazione''. Lo ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, al Festival delle Regioni e delle Province autonome.

''Come tutti sappiamo, il processo di attuazione della disciplina del Titolo V è rimasto parzialmente incompiuto: già all’indomani dell’entrata in vigore della riforma costituzionale, le Regioni evidenziarono al Governo l’opportunità di procedere immediatamente alla costituzionalizzazione del sistema delle Conferenze – ha aggiunto – Ma, a partire dal tentativo di riforma del 2005, sino a quello del 2016, l’assetto, come delineato dal legislatore del 1997, è rimasto immutato. Come si è visto nella prassi, queste sedi hanno acquisito un ruolo sempre maggiore nel dialogo tra centro e periferia, con il loro coinvolgimento, in numero sempre crescente, nei processi amministrativi e legislativi''.

''Il rinnovato valore del dialogo, anche alimentato dalle vicende che hanno caratterizzato la gestione dell’emergenza da Coronavirus, ha restituito attualità al dibattito, mai veramente sopito, sulla necessità di rafforzare il sistema delle Conferenze, ampliandone i compiti e realizzando quell’effettivo coinvolgimento nella definizione delle principali politiche del Paese – ha spiegato Fedriga – In questo contesto, è da rimarcare il ruolo che progressivamente è venuta esercitando la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, che si è fatta carico della composizione delle diverse istanze regionali, per consentire l’adozione di posizioni comuni delle Regioni, in una logica pragmatica di spontanea propensione alla leale collaborazione''.

''Non è comprensibile l’effettivo valore della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome senza la piena considerazione del raccordo che essa svolge, sia che si dipani verticalmente, in funzione di sintesi tra le istanze dei singoli enti nei confronti dello Stato, sia orizzontalmente – ha aggiunto – In tale ultimo frangente è ben evidente, infatti, che la Conferenza, nel solco della cooperazione interregionale, favorisce la diffusione delle migliori pratiche e dei migliori processi e sollecita, quindi, ad attingere a più adeguati livelli di efficienza, consentendo così la formazione di una sensibilità condivisa sull’idea di autonomia come autogoverno responsabile del proprio sviluppo''.

''In questo contesto oggi, iniziamo a rendere strutturale, nel solco del dettato costituzionale, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome che, per la sua centralità nella catena decisionale tra centro e periferia, rappresenta la sede che può avere un ruolo propulsivo nel processo di definizione di rinnovati assetti istituzionali di raccordo e cooperazione, innanzitutto tra le Regioni stesse – ha sottolineato – Proprio per questi motivi, noi Presidenti delle Regioni e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, siamo oggi di fronte a Lei per sottoscrivere l’intesa ai sensi dell’articolo 117, ottavo comma, della Costituzione, al fine di rafforzare la collaborazione in tutte le competenze e le funzioni da esercitarsi negli ambiti di comune interesse, di conferire piena espressione istituzionale alla Conferenza delle Regioni, riconoscendone il ruolo fondamentale per l’interlocuzione con il Governo, con il Parlamento e le istituzioni comunitarie''.