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Femminicidio Ilaria Sula, le parole dei genitori su Mark Samson: "Sentivamo che non era il ragazzo giusto"

femminicidio Ilaria Sula

Il femminicidio di Ilaria Sula a Roma: dal ritrovamento del corpo in una valigia alla commovente deposizione dei genitori nell’aula bunker di Rebibbia.

Lo scorso marzo, Roma è stata teatro di un drammatico femminicidio: Ilaria Sula, giovane ragazza romana, è stata uccisa dal suo ex fidanzato Mark Antony Samson. Il suo corpo, trovato in una valigia gettata in un dirupo a Capranica Prenestina, ha scosso profondamente la città e ha aperto un processo che mette sotto accusa il giovane.

Oggi in aula i genitori della vittima.

Femminicidio Ilaria Sula: il dolore della famiglia in aula

Nel silenzio dell’aula bunker di Rebibbia, la voce di Flamur Sula ha restituito il ritratto intimo di una famiglia unita, travolta da una perdita irreparabile. “Eravamo una famiglia molto felice, Ilaria ci diceva sempre tutto. Era nata il mio stesso giorno, il più bel regalo che un padre possa avere per il compleanno. Ora non c’è più vita in casa…”, ha raccontato il padre della giovane, uccisa lo scorso marzo nell’appartamento di via Homs, nel quartiere Africano di Roma, con tre coltellate al collo.

In aula era presente anche l’imputato Mark Antony Samson, ex fidanzato della vittima, che ha confessato l’omicidio. I pubblici ministeri, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, hanno ricostruito un quadro accusatorio grave: omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dai futili motivi, dal legame affettivo con la vittima e dall’occultamento del cadavere, elementi che hanno portato alla richiesta e all’ottenimento del giudizio immediato.

“Ecco cosa sapevamo”. Femminicidio Ilaria Sula, il papà in aula su Mark Samson

Nel corso dell’udienza, i genitori di Ilaria hanno ripercorso i giorni angoscianti della sua sparizione. “Quel sabato mattina siamo andati alla stazione di Terni ad aspettare Ilaria che doveva raggiungerci ma da quel treno non è mai scesa“, ha aggiunto il padre, spiegando come l’assenza di notizie e il telefono spento avessero fatto scattare subito l’allarme.

Nonostante i tentativi di rassicurazione delle coinquiline, la famiglia decise di denunciare la scomparsa. Tra il 29 marzo e il 2 aprile, data del ritrovamento del corpo, “sono state le giornate peggiori della nostra vita“, ha detto Flamur Sula, ricordando anche l’incontro con Samson, che gli avrebbe giurato: “io non la toccherei mai“.

Il sospetto, però, non aveva mai abbandonato i genitori, contrari a quella relazione: “In cuore nostro sentivamo che non era il ragazzo giusto“.

A chiudere la deposizione è stata la madre, Gezime Sula, con parole cariche di sofferenza: “Non sento e non vedo più Ilaria da 9 mesi, mi manca tutto di lei, se non avessi un altro figlio ora sarei lassù da lei e non qui“. Un dolore che, come ha sottolineato il legale di parte civile, l’avvocato Giuseppe Sforza, è diventato testimonianza viva di ciò che Ilaria era e di ciò che la sua assenza ha lasciato dietro di sé.