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FibroScan: la rivoluzione non invasiva per valutare la salute del fegato

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La salute del fegato passa sempre più attraverso tecniche diagnostiche non invasive.

Tra queste, il FibroScan® – un dispositivo che misura la rigidità del fegato tramite elastometria epatica – sta emergendo come riferimento per la diagnosi e il monitoraggio della fibrosi. Un’innovazione che permette di evitare in molti casi la biopsia, finora considerata imprescindibile.

Perché è importante conoscere lo stato del fegato?

Le malattie epatiche metaboliche, come la NAFLD (Non‑Alcoholic Fatty Liver Disease) o la MASLD (Metabolic dysfunction‑Associated Steatotic Liver Disease), spesso non danno sintomi nelle prime fasi. Individuarle precocemente è fondamentale per prevenire complicanze gravi come fibrosi avanzata o cirrosi.

In Italia circa 1 adulto su 4 soffre di NAFLD/MASLD, mentre la prevalenza sale a 50–65% tra obesi e pazienti con diabete di tipo 2. Anche i bambini e gli adolescenti in sovrappeso sono coinvolti: fino al 41% può presentare segni di steatosi.

A livello globale, circa 30% degli adulti ha NAFLD, con valori più alti in soggetti obesi e diabetici.

Come funziona il FibroScan®?

Durante l’esame, un piccolo manipolo appoggiato sul fianco invia una vibrazione meccanica al fegato. L’onda elastica generata attraversa il tessuto: più il fegato è rigido, maggiore è la probabilità di fibrosi. La misurazione viene espressa in kilopascal (kPa), mentre l’indice CAP valuta l’accumulo di grasso epatico.

L’esame è rapido, indolore, non richiede anestesia e può essere ripetuto nel tempo, permettendo di monitorare l’evoluzione della malattia.

Chiediamo agli esperti

Abbiamo parlato con i Gastroenterologi e Epatologi del Poliambualtorio MediSAT, per capire meglio l’utilità del FibroScan (Dott. Federico BalzolaDott. Roberto Rizzi).

Dottori, perché il FibroScan è così rilevante?
“L’elastometria epatica ci consente di valutare la rigidità del fegato in pochi minuti, senza aghi e senza dolore. Questo è fondamentale perché molte malattie epatiche sono silenziose nelle fasi iniziali.”

Quali pazienti ne traggono maggior beneficio?
“Chi ha diabete, obesità, steatosi o epatite cronica. Lo strumento ci permette anche di monitorare chi sta seguendo trattamenti o cambiamenti dello stile di vita.”

E i cut-off dell’esame?
“I cut-off sono valori soglia che aiutano a distinguere i vari stadi di fibrosi. Non sono numeri assoluti: vanno interpretati insieme alla storia clinica e agli esami del sangue.”

Può sostituire la biopsia?
“In molti casi sì, soprattutto per fibrosi significativa o cirrosi. La biopsia resta utile solo in situazioni complesse.”

Dati epidemiologici in Italia

Categoria / Fattore di rischio Prevalenza stimata NAFLD/MASLD in Italia Note
Popolazione generale adulta 25–30% Stima media tra studi nazionali recenti
Adulti con obesità 50–60% La steatosi è molto più frequente nei soggetti sovrappeso/obesi
Adulti con diabete di tipo 2 55–65% Il diabete aumenta significativamente il rischio di MALSD/NAFLD
Età 18–39 anni 15–20% Prevalenza più bassa, ma in aumento con obesità giovanile
Età 40–59 anni 30–35% La prevalenza cresce con l’età e fattori metabolici
Età 60+ anni 35–40% Maggior rischio di progressione verso fibrosi e cirrosi
Bambini e adolescenti obesi 20–41% Studi italiani indicano un aumento della steatosi anche nelle giovani generazioni

Nota: La steatosi epatica metabolica colpisce già milioni di italiani e cresce con obesità, diabete e invecchiamento.

Il ruolo del FibroScan nella prevenzione

Grazie all’elastografia epatica e ai cut-off dell’esame, il FibroScan consente di:

  • Identificare precocemente fibrosi e steatosi
  • Stratificare il rischio nei pazienti asintomatici
  • Monitorare l’efficacia di interventi terapeutici o modifiche dello stile di vita

In un contesto in cui 1 italiano su 4 è già a rischio e la malattia può progredire silenziosa verso complicanze gravi, il FibroScan si conferma uno strumento fondamentale per la salute pubblica.

a cura del Poliambulatorio MediSAT