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Sovrintendente Massimo Palermo: "Che sofferenza, per i teatri nulla sarà come prima"

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Palermo, 4 apr. (Adnkronos) - "Il teatro è il luogo del contatto e questo virus ha inquinato e contagiato tutti i luoghi della relazione sociale, tra cui i teatri. Perché il teatro è uno dei luoghi della relazione sociale. Quindi, c'è una grande sofferenza che n...

Palermo, 4 apr. (Adnkronos) – "Il teatro è il luogo del contatto e questo virus ha inquinato e contagiato tutti i luoghi della relazione sociale, tra cui i teatri. Perché il teatro è uno dei luoghi della relazione sociale. Quindi, c'è una grande sofferenza che non è solo mia". Francesco Giambrone è il Sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo, il più grande teatro lirico d'Italia e uno dei più grandi d'Europ, terzo per ordine di grandezza architettonica dopo l'Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna. In questi giorni di chiusura forzata dell'ente lirico, Giambrone sta a casa, studia, legge, ma soprattutto cerca di capire cosa accadrà quando si arriverà alla cosiddetta 'fase 2'. "Sono venuti meno i contatti che sono la ragione stessa su cui è fondato il teatro – dice in una intervista all'Adnkronos – e parlo del pubblico, degli artisti che lavorano sempre insieme. Il tema del contatto è proprio il contrario del distanziamento sociale al quale siamo costretti con il coronavirus".

E per Francesco Giambrone, "la grande preoccupazione è quella del domani. Che cosa sarà domani, non solo quando, che non sappiamo. Sarà molto lunga, come è ovvio, tutti ci dicono che i teatri e i cinema apriranno per ultimi. Non ci resta che accettarlo. Però capiamo che sarà lunga".

"Io sono a casa quasi tutto il tempo, tranne rarissime puntate in teatro – dice ancora Francesco Giambrone- Devo dire che, in realtà, non ho il tempo di annoiarmi, perché la mole di lavoro è quintuplicata. Ci siamo accorti che tenere un teatro chiuso non è solo doloroso e triste ma è anche molto più faticoso. Non lo abbiamo mai tenuto chiuso. Perché ci confrontiamo con una serie di cose assolutamente impreviste, mai accadute, che sono ad esempio la necessità di garantire la sicurezza del teatro, ma anche di garantire i lavoratori, oltre 350 in tutto. Ora sono tutti fermi, tranne i pochi che vanno e che garantiscono i servizi essenziali, come la sicurezza sul lavoro. Ci confrontiamo con una realtà molto complessa, c'è una intensa attività sindacale per rendere tutti consapevoli".