A 18 anni dal delitto, il caso di Garlasco torna a farsi sentire. E non con parole, ma con Dna. Campioni minuscoli, invisibili, eppure carichi di domande.
Garlasco, i nuovi risvolti sul Dna trovato nella bocca di chiara Poggi
Il tampone orale di Chiara Poggi, prelevato con una garza il giorno della sua morte, è tornato al centro della scena.
Nonostante il tempo – diciotto anni – e il deterioramento dei materiali, le nuove tecnologie di analisi genetica stanno restituendo voce a reperti prima considerati inutilizzabili. Una seconda sessione di esami, disposta dalla gip Daniela Garlaschelli e affidata alla genetista Denise Albani, ha già prodotto un risultato parziale: due profili genetici maschili emersi tra cinque campionature. Tre inutili. Le altre due, invece, inquietanti.
Uno dei due Dna pare compatibile con Ernesto Gabriele Ferrari, assistente del medico che eseguì l’autopsia. L’altro – più robusto, più definito – è stato isolato dalla zona del palato e della lingua. Una traccia nitida. Ma senza nome. Appartiene a qualcuno che, ufficialmente, non c’era. Né Andrea Sempio, ora indagato, né Alberto Stasi, già condannato, risultano compatibili. E allora chi?
Garlasco, Dna su Chiara Poggi: tracce autentiche o contaminazione?
L’ipotesi attuale nel caso Garlasco di contaminazione resta in piedi. Ma è una spiegazione che non convince tutti. Quel Dna, trovato in quantità maggiori rispetto ad altri, potrebbe essere la prova di una colluttazione. Un tentativo di Chiara di difendersi. Un morso. Una mano sulla bocca. Troppo presto per dirlo. Ma i margini ci sono.
E c’è un altro dettaglio che inquieta: i prossimi accertamenti riguarderanno i margini ungueali. Tracce sotto le unghie. Due profili maschili. Uno, secondo i consulenti dei pm, potrebbe essere di Sempio. L’altro – ancora una volta – senza identità. E incompatibile con l’“ignoto” emerso dal tampone orale.
Il quadro resta confuso, ma qualcosa si muove. Il confronto con chiunque sia entrato in quella casa, vivo o morto, si preannuncia lungo e doloroso. E mentre il Garante della privacy blocca la vendita online del video dell’autopsia, resta una certezza: se quei Dna verranno confermati, il caso Poggi potrebbe non essere affatto chiuso. Ma solo sospeso.