Il caso di Chiara Poggi continua a suscitare interesse e emergono nuovi sviluppi. Ieri, i carabinieri del Ris hanno effettuato un sopralluogo nella villetta di Garlasco, luogo del delitto, per approfondire le indagini. A fare luce su quanto accaduto durante questa operazione è Dario Redaelli, esperto e consulente della famiglia Poggi dal 2014, che ha condiviso con Fanpage.it importanti aggiornamenti e analisi sugli ultimi riscontri emersi dalla scena del crimine.
Garlasco, nuovo sopralluogo dei Ris nella villetta di Chiara Poggi
Proseguono le indagini sull’omicidio di Garlasco, al centro delle quali resta Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi e attualmente unico indagato. Su incarico della Procura di Pavia, i Carabinieri del Ris hanno avviato un nuovo accertamento tecnico nella villetta della famiglia Poggi, utilizzando tecnologie avanzate come scanner laser e droni.
L’intento è quello di realizzare una ricostruzione tridimensionale dell’abitazione per analizzare con precisione la dinamica delle tracce ematiche. L’intervento, secondo fonti investigative, non è stato improvviso ma già concordato e comunicato alle parti coinvolte. Tra i presenti durante il sopralluogo, anche l’avvocata di Andrea Sempio, Angela Taccia.
Garlasco, i nuovi retroscena del sopralluogo nella villa dell’omicidio di Chiara Poggi
Dario Redaelli, consulente della famiglia Poggi dal 2014 ed esperto di analisi della scena del crimine, ha spiegato a Fanpage.it che l’intervento dei Ris di Cagliari, avvenuto ieri nella villetta di Garlasco, sarebbe collegato alla necessità di riesaminare scientificamente la scena del delitto, probabilmente attraverso la Bloodstain Pattern Analysis (BPA), anche se non ci sono conferme ufficiali in merito.
Redaelli ha ipotizzato che i tecnici abbiano effettuato una scansione con laser scanner dell’area per poter collocare con precisione le tracce rinvenute all’epoca, in particolare la cosiddetta impronta 33, ora attribuita ad Andrea Sempio, attuale indagato. Questa traccia, come molte altre, non era mai stata “triangolata”, ovvero non era stata oggetto di una misurazione esatta che ne permettesse la localizzazione precisa nel contesto della scena del crimine. Fino a oggi, infatti, esistevano solo documentazioni fotografiche approssimative risalenti al 2007.
Il problema, sottolinea Redaelli, non riguarda solo l’impronta 33, ma anche altre impronte, tra cui quelle di Marco Poggi (fratello di Chiara) e dei carabinieri intervenuti. La loro collocazione imprecisa ha alimentato nel tempo interpretazioni variabili:
“A seconda del punto in cui questa impronta si fosse trovata – anche in base al cadavere – sarebbe stata più probabilmente associata alla scena del crimine o a qualunque persona che scendendo le scale si sia appoggiata in quel punto. Poi c’è tutto il resto, anche su altre tracce”, ha sottolineato a Fanpage.
Il nuovo sopralluogo, conclude Redaelli, potrebbe quindi essere un passaggio decisivo per ricostruire in modo più scientifico la dinamica dell’omicidio, attraverso una più accurata mappatura delle tracce e una possibile rivalutazione della scena, alla luce delle moderne tecniche di analisi forense.
“Ieri è stata fatta una nuova documentazione: se si riesce a collocare meglio ora tracce e reperti, si può fare una nuova analisi della scena del crimine. Vedremo cosa ne verrà fuori“, ha concluso.