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Consiglio di Sicurezza Onu approva il piano USA per Gaza: astensione di Russia e Cina, Hamas rigetta la risoluzione

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Trump definisce “storico” il voto del Consiglio Onu su Gaza: forza internazionale e possibile Stato palestinese, con riserve di Russia, Cina e Hamas.

Il Consiglio di Sicurezza Onu ha approvato la risoluzione proposta dagli Stati Uniti a sostegno del piano di pace di Donald Trump per Gaza, che prevede una forza internazionale di stabilizzazione e un’autorità transitoria guidata dal presidente Usa. La misura mira a garantire un cessate il fuoco permanente, la sicurezza dei confini e il possibile percorso verso uno Stato palestinese indipendente, ma ha suscitato forti reazioni contrastanti tra i principali attori regionali e internazionali.

Gaza, via libera del Consiglio di Sicurezza Onu al piano USA

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione proposta dagli Stati Uniti a sostegno del piano di pace per Gaza ideato da Donald Trump, che prevede l’istituzione di una forza internazionale di stabilizzazione e un’autorità transitoria sotto la supervisione dello stesso presidente Usa. Il testo, frutto di intensi negoziati tra i quindici membri del Consiglio, ha ottenuto 13 voti favorevoli, mentre Russia e Cina si sono astenute, criticando la mancanza di garanzie per i palestinesi e il ruolo marginale dell’ONU nel processo.

La risoluzione autorizza l’ingresso di una forza internazionale incaricata di monitorare i confini, garantire la sicurezza e smilitarizzare la Striscia di Gaza, con un mandato valido fino al 2027, e introduce il cosiddetto “Board of Peace”, un consiglio transitorio guidato da Trump per supervisionare la governance e la ricostruzione del territorio.

L’ambasciatore statunitense all’Onu, Mike Waltz, ha definito la risoluzione “storica e costruttiva”, sottolineando come rappresenti “un passo significativo verso una Gaza stabile, che potrà prosperare e creare un ambiente sicuro per Israele”. Il presidente americano ha salutato il voto come un momento di portata storica, scrivendo su Truth Social: “Questa sarà ricordata come una delle più grandi approvazioni nella storia delle Nazioni Unite, porterà a ulteriore pace in tutto il mondo”.

Tuttavia, il piano non ha trovato consenso tra tutti gli attori regionali: Hamas ha rigettato la risoluzione, sostenendo che essa imponga una presenza internazionale che ne comprometterebbe la neutralità, mentre Israele conferma la sua opposizione alla creazione di uno Stato palestinese, ribadendo il suo “No allo Stato di Palestina”.

Gaza, il sì del Consiglio di Sicurezza Onu al piano USA: Hamas rigetta risoluzione, astensione di Russia e Cina

Lo Stato di Palestina ha accolto con favore l’approvazione del testo, considerandolo un passo verso l’autodeterminazione e la possibilità di creare uno Stato indipendente. L’agenzia Wafa sottolinea l’urgenza di “attuare immediatamente la risoluzione sul campo, per garantire il ritorno alla normalità, proteggere la popolazione nella Striscia di Gaza, impedire lo sfollamento, assicurare il completo ritiro delle forze occupanti e consentire la ricostruzione”. Tuttavia, la proposta non prevede ancora tempistiche precise né garanzie concrete per la nascita dello Stato palestinese, indicando che ciò sarà possibile solo dopo significativi progressi nella ricostruzione e nelle riforme dell’Autorità Palestinese.

Russia e Cina hanno motivato la loro astensione con preoccupazioni sulla struttura e sul mandato del Board of Peace e della forza internazionale, evidenziando il rischio che quest’ultima diventi parte attiva del conflitto. L’ambasciatore russo Vassily Nebenzia ha dichiarato che la risoluzione non rispetta il principio dei “due Stati, due popoli”, mentre il rappresentante cinese Fu Cong ha sottolineato la necessità di un cessate il fuoco duraturo e di maggior sostegno alla sovranità palestinese.

Anche il leader di Hamas ha contestato l’iniziativa, affermando che l’imposizione di un meccanismo internazionale sulla Striscia rischierebbe di trasformare la forza di pace in “una parte del conflitto a favore dell’occupazione israeliana”.