Modena, 18 dic. (askanews) – L’orrore della guerra e lo sradicamento di un popolo non sono rappresentati in modo esplicito, ma evocati attraverso oggetti comuni che diventano potenti testimoni muti di distruzione. A Modena, alla Palazzina dei Giardini ducali, centinaia di fotografie di mazzi di chiavi appese parlano della memoria di altrettante case abbandonate a causa dei bombardamenti.
È una delle immagini più toccanti della mostra “Abitare il tempo”, la prima grande retrospettiva in Italia dedicata a Taysir Batniji, uno dei più significativi artisti della diaspora palestinese.
“È stata realizzata nel 2024 – spiega l’artista -. Riguarda persone, palestinesi, che sono state obbligate a lasciare il nord di Gaza per andare al centro o al sud e le cui case sono state distrutte dall’esercito israeliano. Molti di loro sono stati uccisi o hanno perso la famiglia. Ho chiesto alle persone, a partire dai miei parenti e i miei amici, di mandarmi tramite WhatsApp una foto dei loro mazzi di chiavi”.
Nato a Gaza nel 1966, Batniji vive da anni in Francia ma resta profondamente legato alla sua terra d’origine. Tra le opere esposte anche una clessidra adagiata dove la sabbia non scorre, a rappresentare il tempo cristallizzato nell’attesa, e la scultura Tabula Gaza, un tavolo da domino consunto che incarna la dimensione del tempo e della perdita.
“All’inizio del genocidio a Gaza, specialmente nei primi mesi, era davvero molto difficile per me lavorare e persino parlare – ricorda Batniji -. Avevo la sensazione che qualsiasi forma di espressione, qualsiasi parola, non fosse abbastanza. Ma lentamente e attraverso la chiave, che ricorre frequentemente nel mio lavoro, sono riuscito a riconnettermi di nuovo con il mio lavoro. È stato un modo anche per restare in contatto con le persone a Gaza”.
La mostra, organizzata da Fondazione Ago e curata da Daniele De Luigi, sarà visitabile alla Palazzina dei Giardini ducali di Modena fino al 15 febbraio.