L’inchiesta su Maria Rosaria Boccia e le accuse all’influencer protagonista dell'”affaire Sangiuliano” che ha poi portato alle dimissioni dell’allora Ministro della Cultura del governo Meloni. Vediamo cosa è emerso dalle carte dei PM, situazioni che spiegano molto della relazione, aldilà delle dichiarazioni di facciata.
Controllo quasi ossessivo, questo quanto emerge dalla Procura di Napoli
Stando alle carte in mano ai pubblici ministeri della Procura di Napoli che ha aperto l’inchiesta il quadro è davvero preoccupante e negativo per l’influencer. Come riportato da Open.online Boccia aveva il controllo completo delle azioni del Ministro Sangiuliano.
Lei difatti controllava il telefono del ministro con accesso da remoto, anche in videochiamata per vedere se effettivamente il ministro si trovasse nella propria abitazione. Un altro episodio è la chiamata in vivavoce mentre il Ministro confessava il tradimento.
Anche se la situazione peggiore è stata la costrizione a “defecare con la porta aperta” situazione che testimonia la totale mancanza di intimità per Sangiuliano.
Molteplici anche le minacce
Oltre agli episodi sopra citati, Boccia minacciava pesantemente Sangiuliano una frase significativa è: “La vita è come un ristorante, nessuno se ne va senza pagare”.
A seguito di tutte queste offese e umiliazioni il ministro viveva in un “costante stato d’ansia e paura” come raccontato dalle carte.