> > Guerra in Medio Oriente, negoziati al bivio: Hamas chiede garanzie su Rafah

Guerra in Medio Oriente, negoziati al bivio: Hamas chiede garanzie su Rafah

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I negoziati hanno subito una battuta d'arresto a seguito delle pressioni dell'estrema destra israeliana affinché Netanyahu non accetti l'accordo per il cessate il fuoco

Durante i colloqui al Cairo, Hamas ha dichiarato di volere garanzie dagli Stati Uniti sul fatto che Israele non lancerà un’invasione di terra nel sud di Rafah.

L’accordo sul cessate il fuoco è ancora lontano

Da una parte il gruppo palestinese preme affinché si raggiunga un accordo di pace che eviti l’attacco a Rafah, dall’altra Israele ribadisce che l’offensiva avverrà indipendentemente dal raggiungimento del cessate il fuoco. Le famiglie dei prigionieri israeliani a Gaza hanno esortato il primo ministro Benjamin Netanyahu ad ignorare le pressioni politiche e a garantire un accordo che riporti a casa i loro parenti, secondo quando riferito dall’emittente Channel Seven. Contemporaneamente i ministri di estrema destra del gabinetto del leader israeliano hanno minacciato di lasciare la sua coalizione nel caso in cui accettasse un compromesso che porti alla fine del conflitto.

Negoziati al bivio

Netanyahu sta subendo forti pressioni da parte dei membri di estrema destra del governo affinché non accetti la proposta di tregua attualmente sul tavolo, che potrebbe impedire l’avanzamento di un’offensiva militare israeliana a Rafah. Orit Strook, ministro israeliano per le missioni nazionali e membro del Partito Sionista Religioso, ha spiegato che accettare l’accordo significherebbe cancellare il progresso militare di Israele e i sacrifici dei suoi soldati, solo “per salvare 22 o 33 o non so quanti” ostaggi.

La proposta dell’estrema destra israeliana

Durante un’intervista alla Radio dell’Esercito israeliano (GLZ), Strook ha dichiarato che qualora il governo accettasse un tale accordo, dopo aver richiamato centinaia di migliaia di riservisti, non avrebbe “alcun diritto di esistere“. Posizione condivisa anche da Bezalel Smotrich, ministro delle Finanze, il quale ha affermato che accettare la tregua significherebbe “alzare bandiera bianca e una vittoria per Hamas“. Nonostante le pressioni internazionali, soprattutto degli Stati Uniti, per il raggiungimento di un cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi ancora in mano ai terroristi, una parte della coalizione di Netanyahu ha esortato l’esercito a proseguire su Rafah, dando priorità alla distruzione di Hamas rispetto alla restituzione dei prigionieri israeliani.