Nelle ultime ore, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che Israele ha accettato le condizioni per una tregua temporanea di 60 giorni nella Striscia di Gaza. L’annuncio, non ancora confermato dalle autorità israeliane o da fonti ufficiali, arriva in un momento cruciale del conflitto, con la comunità internazionale che continua a chiedere un cessate il fuoco per consentire l’ingresso di aiuti umanitari e favorire un percorso negoziale.
Gaza, nuovi raid israeliani colpiscono aree residenziali
Proseguono senza sosta le offensive militari israeliane nella Striscia di Gaza, con nuovi attacchi aerei che hanno causato numerose vittime e feriti, soprattutto nelle zone settentrionali e centrali dell’enclave. Lo riferisce Al Jazeera, secondo cui un bombardamento ha colpito un’abitazione situata in via Jaffa, nel nord di Gaza City, provocando la morte di diversi civili.
Sempre nella città, nel quartiere di al-Karama, un drone ha lanciato un attacco che ha lasciato diverse persone ferite. Più a sud, nel centro di Deir el-Balah, almeno dieci persone sono rimaste ferite in seguito a un attacco contro un accampamento che ospitava sfollati interni.
Il numero totale delle vittime nelle ultime 24 ore supera i 90 morti, secondo fonti locali. Tra le persone uccise figura anche il fotogiornalista palestinese Ismail Abu Hatab, deceduto durante un bombardamento che ha distrutto un internet café nella Striscia.
Guerra in Medio Oriente, Donald Trump rivela: “Israele accetta tregua di 60 giorni”
A pochi giorni dal previsto incontro alla Casa Bianca con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, Donald Trump ha utilizzato la sua piattaforma Truth Social per rendere nota l’intesa raggiunta da Israele su una possibile tregua di 60 giorni nella Striscia di Gaza. Il presidente ha anche lanciato un chiaro messaggio ad Hamas, avvertendo che un eventuale rifiuto dell’accordo potrebbe portare a un’escalation del conflitto.
“I miei rappresentanti hanno avuto oggi un lungo e produttivo incontro con gli israeliani su Gaza. Israele ha accettato le condizioni necessarie per finalizzare un cessate il fuoco di 60 giorni, durante i quali lavoreremo con tutte le parti per porre fine alla guerra”.
L’annuncio segue una serie di colloqui svoltisi a Washington tra il ministro israeliano per gli Affari Strategici, Ron Fermer, e alcuni esponenti di spicco dell’amministrazione americana, tra cui il vicepresidente Vance, il segretario di Stato Rubio e l’inviato speciale Witkoff. Poco prima, parlando con la stampa in Florida, Trump aveva espresso fiducia nella disponibilità di Netanyahu a firmare un’intesa e nella possibilità che questa potesse concretizzarsi nel giro di pochi giorni.
Rimane ora da capire quale sarà la reazione di Hamas alla proposta avanzata dagli Stati Uniti, che sembra assumere le caratteristiche di un ultimatum.
“I qatarioti e gli egiziani, che hanno lavorato duramente per contribuire alla pace, consegneranno questa proposta finale. Spero, per il bene del Medioriente, che Hamas accetti questo accordo, perché la situazione non migliorerà, ma peggiorerà”.
Intanto, cresce la pressione della società civile internazionale: oltre 150 ONG, tra cui Oxfam, Save the Children e Amnesty International, hanno diffuso una dichiarazione congiunta chiedendo la chiusura della Gaza Humanitarian Foundation, ente sostenuto da Israele e Stati Uniti e ritenuto da molte organizzazioni umanitarie poco trasparente e inadeguato.