Argomenti trattati
Il rifiuto del ministro dell’Interno
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha espresso la sua ferma opposizione all’idea di introdurre codici identificativi per gli agenti di polizia, sostenendo che tale misura potrebbe portare a conseguenze negative. Durante un convegno organizzato dal sindacato di polizia Coisp, ha affermato che non solo il suo governo non adotterà mai questa misura, ma che non crede che essa verrà mai implementata in futuro.
Piantedosi ha descritto come “singolare” la proposta di dotare i poliziotti di un marchio identificativo sul casco, specialmente in contesti di manifestazioni dove i partecipanti spesso indossano abiti per non essere riconosciuti.
Le posizioni europee sull’identificazione
La questione dell’identificazione degli agenti di polizia non è solo un tema nazionale, ma ha anche rilevanza a livello europeo. Sebbene l’Unione Europea non abbia mai imposto regole vincolanti in merito, il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha invitato gli Stati membri a considerare misure per garantire la riconoscibilità degli agenti, specialmente dopo gli eventi del G8 di Genova nel 2001. Nel 2012, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione simile, esortando gli Stati a introdurre misure di identificazione per il personale di polizia durante le manifestazioni pubbliche.
Le pratiche di identificazione in Europa
Molti paesi europei hanno già adottato misure per garantire l’identificabilità degli agenti di polizia. In Croazia, Danimarca, Estonia, Lituania, Norvegia, Romania, Slovacchia e Svezia, gli agenti sono identificati tramite numeri di matricola o nominativi. Anche in Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia è prevista una identificabilità totale. In Spagna, gli agenti della Guardia Civil e della Polizia Nazionale devono esporre un distintivo di identificazione personale. In Francia, è obbligatorio per gli agenti esporre un codice numerico, ad eccezione di quelli coinvolti in operazioni riservate. Tuttavia, in Germania, l’obbligo di esporre un numero di riconoscimento è limitato a nove Länder su sedici.
La situazione in Italia
Contrariamente ad altri Stati membri dell’Unione Europea, l’Italia non ha mai legiferato in merito all’identificabilità degli agenti di polizia. Questo la colloca tra i cinque paesi, insieme a Austria, Cipro, Lussemburgo e Olanda, che non hanno adottato misure simili. La mancanza di una legislazione chiara su questo tema solleva interrogativi sulla trasparenza e sulla responsabilità delle forze di polizia nel paese. La questione rimane aperta e suscita un dibattito acceso tra le autorità, i sindacati di polizia e la società civile, che chiede maggiore responsabilità e trasparenza da parte delle forze dell’ordine.