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Il Papa denuncia con decisione e trasparenza: "Gli abusi del clero vanno affrontati"

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In un discorso chiaro e diretto, Papa Leone XIV denuncia come sia importante e ncessario affrontare con trasparenza gli episodi di abusi del clero sottolineando la necessità di responsabilità per ristabilire fiducia nella Chiesa.

Il Papa ha voluto precisare, la denuncia riguarda la frase che molti giornali in queste ore riportano ‘gli abusi del clero vanno affrontati’, Quindi ora non si può prescindere dalle voci di chi lo conosce da vicino. Robert F. Prevost, allora cardinale, racconta le sue esperienze in una lunga intervista rilasciata il 7 agosto 2024 nella parrocchia di St.

Jude, a New Lenox, Illinois. La pubblica parte del libro di Antonio Spadaro, Da Francesco a Leone (EDB), come riporta anche la LaStampa. Cosa racconta Papa Leone XIV?

Affrontare gli abusi del clero: la visione di Papa Prevost sul ruolo attuale della Chiesa

«Le storie migliori non posso raccontarle qui», dice il Papa, con quel sorriso accennato, occhi che guardano altrove. «Ma se mi beccate nel parcheggio… forse una o due ve le racconto». E racconta del primo incontro con Francesco, arcivescovo di Buenos Aires. Priore generale, Prevost doveva gestire incarichi e persone, e una volta disse: “Capisco Vostra Eminenza, ma lui deve fare qualcos’altro”. La reazione di Francesco? Non fu contento. Prevost pensò: “Quando diventerà Papa, probabilmente non si ricorderà di me”. Ironia del destino: Francesco non solo ricordò, ma lo nominò vescovo in Perù nove anni dopo, prima di portarlo a Roma.

Il cardinale parla con franchezza, ma non manca la delicatezza quando tocca i temi più spinosi. Il Papa quindi denuncia su come affrontare episodi del passato sugli abusi del clero: «Stavamo affrontando un caso di abuso sessuale. È una lotta costante. Tante persone sono ferite. Dobbiamo rispettare le vittime. Ma anche la comunità. È difficile, lo sappiamo». Poi aggiunge un dettaglio che dà i brividi: Francesco mostrò una foto di un’incisione gotica francese. Giuda morto tra le braccia di Gesù. «Non c’è nulla di dogmatico, ma… la misericordia può davvero raggiungere il peggiore dei peccatori?», disse. E in quelle parole c’era tutto il senso del suo pontificato: misericordia, perdono, attenzione alle persone più fragili.

Papa Leone XIV e la denuncia “Gli abusi del clero vanno affrontati”: l’approccio di Prevost alla trasparenza

Papa Leone XIV passa poi a parlare del Sinodo, della struttura della Chiesa, della sua evoluzione. «Sinodo significa camminare insieme. Non solo il sacerdote, non solo il vescovo. Tutti partecipano, ognuno secondo la propria vocazione», spiega. Racconta tavoli rotondi, dieci persone ciascuno. Cardinali, vescovi, sacerdoti, laici. Tutti insieme. Esperienze nuove, soprattutto per i laici: “Seduto con un cardinale… mai successo prima”….

Ma non tutto è facile. Prevost non nasconde le difficoltà, i media cattolici critici, la disinformazione. «È facile distorcere la verità. La gente non sa di chi fidarsi», avverte. Poi torna sul Giubileo 2025, spiegando l’importanza storica e spirituale del concetto: condono dei debiti, nuova partenza, speranza. E collega il messggio di Francesco alla contemporaneità: guerre, conflitti, ingiustizie sociali. «Abbiamo bisogno di promotori di pace. E Francesco lo è. Il Vangelo è il messaggio più potente», dice.

L’intervista si muove tra ricordi personali e grandi questioni ecclesiali, come un flusso di coscienza. Non manca la spontaneità, le frasi interrotte, dettagli come la vicinanza a Piazza Navona o il panico per l’arrivo del Papa al capitolo agostiniano. Prevost racconta episodi apparentemente piccoli ma significativi: la prima messa pubblica di Francesco, l’attenzione ai giovani, il Giubileo straordinario della Misericordia. Tutti segnali della sua idea di Chiesa: giustizia, carità, misericordia, trasparenza.

In questo quadro, papa denuncia abusi clero non come gesto isolato, ma come parte di un impegno coerente. Un Papa fragile e deciso, attento ai più deboli, capace di scuotere le istituzioni e di camminare con tutti. Prevost lo conferma: «Lo Spirito Santo non abbandona mai la Chiesa. Francesco è stato eletto perché la Chiesa aveva bisogno di lui. E noi dobbiamo continuare a camminare, anche se scossi».