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Impatto delle Sanzioni sui Problemi Operativi di Lukoil in Iraq

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Lukoil affronta sfide operative in Iraq, dichiarando forza maggiore per il giacimento di West Qurna-2.

La situazione attuale di Lukoil, una delle principali compagnie petrolifere private della Russia, sta attraversando un momento critico a causa delle recenti sanzioni imposte dall’Occidente. Queste restrizioni hanno costretto la compagnia a dichiarare forza maggiore presso il giacimento di West Qurna-2, uno dei più grandi al mondo e asset principale all’estero per Lukoil.

Situato a circa 65 chilometri a nord-ovest di Basra, questo giacimento è in grado di produrre circa 480.000 barili di petrolio al giorno, contribuendo in modo significativo all’economia irachena, con una quota pari a circa il 9% della produzione totale del Paese.

Implicazioni delle sanzioni

Secondo quanto riportato da fonti vicine alla vicenda, le autorità petrolifere irachene hanno congelato tutti i pagamenti, sia in contante che in petrolio, dovuti a Lukoil. Questa misura è stata adottata in conformità con le sanzioni statunitensi e britanniche introdotte il mese scorso. Un funzionario iracheno ha confermato che i pagamenti a Lukoil rimarranno bloccati finché non si troverà una via d’uscita attraverso intermediari non soggetti a sanzioni.

Effetti sul contratto e sulla produzione

La comunicazione di Lukoil al Ministero del Petrolio iracheno riguardo alla forza maggiore è stata inviata martedì scorso, citando condizioni che impediscono la prosecuzione delle operazioni ordinarie. Il contratto stipulato consente tali dichiarazioni, offrendo così una protezione legale alla compagnia da eventuali sanzioni.

Un alto funzionario del settore in Iraq ha avvertito che, se la situazione non verrà risolta entro sei mesi, Lukoil potrebbe essere costretta a chiudere completamente la produzione e abbandonare il progetto. Le opzioni per risolvere le problematiche legate alla forza maggiore non sono state specificate.

Situazione attuale delle operazioni

Le sanzioni hanno avuto ripercussioni dirette anche per la compagnia nazionale petrolifera irachena, SOMO, che ha annullato tre spedizioni di petrolio crude dalla produzione di Lukoil. Circa 4 milioni di barili di petrolio, precedentemente destinati a Lukoil come pagamento per il mese di novembre, sono stati cancellati.

Contratti con personale straniero

In un ulteriore sviluppo, Lukoil ha annunciato la cessazione di tutti i contratti con il personale straniero presente nel giacimento, mantenendo solo i dipendenti russi e iracheni sul posto. Questa decisione evidenzia l’impatto delle restrizioni sulle operazioni quotidiane della compagnia.

La presenza di Lukoil in Iraq risale al 2014, anno in cui ha avviato la produzione nel giacimento West Qurna-2, detenendo una partecipazione del 75% e piani di investimento che superavano i 30 miliardi di dollari. Tuttavia, la recente dichiarazione di forza maggiore solleva interrogativi sul futuro della compagnia in questa regione strategica.

Fino ad ora, Lukoil non ha rilasciato commenti ufficiali riguardo alla situazione di forza maggiore annunciata in Iraq. La mancanza di comunicazioni ufficiali potrebbe riflettere la complessità e la delicatezza della situazione attuale.