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Questo fine settimana, il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha programmato un incontro con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, a Mar-a-Lago, in Florida. L’obiettivo di questo incontro è discutere le iniziative attuali per porre fine al conflitto in corso con la Russia, un tema che ha assunto una rilevanza cruciale nelle relazioni internazionali.
Il dialogo tra i due leader arriva in un momento di rinnovato slancio diplomatico, soprattutto dopo l’emergere di un quadro di pace di 28 punti redatto dagli Stati Uniti, che ha sollevato critiche per il suo presunto favore verso Mosca. Recentemente, le proposte sono state riviste, riducendo il numero dei punti a 20.
Il piano di pace in discussione
Durante le dichiarazioni alla stampa, Zelensky ha sottolineato l’importanza di questo incontro, affermando che l’intento è quello di raffinare ulteriormente il piano di pace, che a suo avviso si trova ora a un livello di prontezza dell’90%. Si prevede che i due leader lavorino insieme per chiarire e definire i dettagli di questa nuova proposta, già inviata a Mosca per la considerazione da parte del governo russo.
Le modifiche al piano proposto
Il presidente ucraino ha anche rivelato alcuni elementi chiave del piano, come la decisione di congelare la linea del fronte attuale. Inoltre, è stata eliminata la richiesta per cui l’Ucraina dovesse rinunciare formalmente alla sua aspirazione di entrare nella NATO. Sebbene alcune parti del piano possano risultare sfavorevoli per l’Ucraina, Zelensky ha confermato che i negoziatori sono riusciti a rimuovere richieste per un ritiro immediato dall’area di Donetsk o per un riconoscimento formale del controllo russo sui territori occupati.
Le reazioni da Mosca
In risposta alle manovre diplomatiche, il presidente russo Vladimir Putin ha mantenuto le sue posizioni su alcune richieste fondamentali, inclusa la richiesta di pieno controllo sulla regione del Donbas, dove il conflitto continua a imperversare. Il Kremlin ha recentemente comunicato che l’inviato economico di Putin, Kirill Dmitriev, ha riferito al presidente sui risultati dei colloqui avuti con funzionari statunitensi, segnalando un’attenzione continua alle discussioni tra le due nazioni.
Le difficoltà nelle negoziazioni
Tuttavia, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha evitato di fornire dettagli sull’attuale valutazione di Mosca riguardo alle negoziazioni, affermando che commenti prematuri potrebbero influenzare negativamente il processo. Il vice ministro degli Esteri Sergei Ryabkov ha espresso scetticismo sulle possibilità di raggiungere un accordo definitivo, sottolineando che il successo delle trattative dipenderà dalla volontà politica delle parti coinvolte, specialmente nel contesto delle pressioni da parte dell’Unione Europea contro un accordo.
Ryabkov ha inoltre notato che il piano attuale, frutto della collaborazione con Zelensky, differisce in modo significativo dai punti iniziali discussi tra funzionari statunitensi e russi all’inizio del mese. Ha ribadito che qualsiasi accordo deve rimanere entro i limiti stabiliti dai colloqui tra Trump e Putin avvenuti in Alaska lo scorso agosto, altrimenti non sarà possibile raggiungere un’intesa.