Indipendenza Catalogna, vicepremier spagnola de Santamaria: 'Rischio recessione'

Secondo la vicepremier spagnola, Soraya Saenz de Santamaria, la Catalogna rischia una recessione economica se dovesse continuare sulla via dell'indipendenza.

Secondo il parere della vicepremier spagnola, Soraya Saenz de Santamaria, la Catalogna rischia una recessione economica se dovesse continuare sulla via dell‘indipendenza.

Inoltre, sempre secondo l’opinione della vicepremier spagnola, Madrid rischierebbe dover abbassare le previsioni di crescita dell’intero Paese nel 2018. In questo momento, circa quaranta banche, multinazionali e imprese hanno già spostato le loro sedi fuori dalla regione e pure gli investimenti stanno diminuendo.

Le parole della vicepremier spagnola de Santamaria

Anche la vicepremier spagnola, Soraya Saen de Santamaria, ha dato il suo parere sulla decisione della Catalogna di procedere con l’indipendenza.

In particolar modo, secondo il parere della vicepremier, la Catalogna rischia una recessione economica importante se dovesse proseguire sulla via dell’indipendenza.

Ma non è finita qui. Secondo sempre l’opinione della de Santamaria, Madrid rischierebbe anche di dover abbassare le previsioni di crescita dell’intero Paese nel 2018. In questo momento, infatti, circa quaranta tra banche, multinazionali e imprese hanno già spostato le loro sedi fuori dalla regione. E pure gli investimenti stanno diminuendo.

La decisione della Catalogna

E’ di un paio di giorni fa il discorso pronunciato dal Presidente della Catalogna, Carles Puigdemont, sul futuro di Barcellona. Al termine di un discorso appassionato, durato una ventina di minuti, Puigdemont ha detto all’indipendenza.

Ma ha proposto di sospenderla per qualche tempo, almeno fino a quando non si procede con i negoziati. Puigdemont non ha però mai nominato Madrid come controparte. In Presidente catalano ha iniziato il suo discorso con un’ora di ritardo: “Non abbiamo nulla contro la Spagna o contro gli spagnoli, al contrario, vogliamo trovare qualcosa di meglio per migliorare i nostri rapporti”, ha dichiarato Puigdemont in un passaggio del suo intervento.

Appena finito il discorso del Presidente catalano, il governo spagnolo ha fatto sapere di considerare le parole di Puigdemont come “una inammissibile dichiarazione di secessione”. Il governo Rajoy ha poi ribadito la volontà di non cedere al ricatto, ma di essere invece pronto a darne una giusta risposta.

A tarda serata poi Puigdemont ha sottoscritto con la sua firma un testo votato da settantadue parlamentari catalani su centoventi. Un testo in cui si auspica che si venga a creare una Repubblica Catalana quale Stato indipendente e sovrano.

Ma allo stesso tempo, il testo prevede anche “l’apertura di un negoziato con lo Stato spagnolo per definire un sistema di collaborazione per il beneficio di entrambe le parti”.

La reazione di Madrid

Dopo il discorso pronunciato da Puigdemont si aspetta una reazione da parte di Madrid. Dal governo spagnolo viene fatto sapere di un Rajoy molto alterato che a fatica riusciva a contenere i più duri tra i popolari che vorrebbero un’azione decisa e immediata contro i leader catalani con l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione.

Quindi con il commissariamento della Generalitat.

Dall’entourage di Rajoy hanno fatto sapere inoltre che quella di Puigdemont è una dichiarazione di indipendenza del tutto inammissibile, perchè “non si può fare una dichiarazione di indipendenza implicita per poi lasciarla in sospeso”. Inoltre, ritengono inaccettabile che venga data validità ad un referendum illegale.