> > Insulti social contro la figlia di Giorgia Meloni: l’autore e la replica de...

Insulti social contro la figlia di Giorgia Meloni: l’autore e la replica del presidente del Consiglio

insulti figlia Giorgia Meloni

Insulti e minacce a Ginevra, figlia di Giorgia Meloni, non sono purtroppo una novità ma gli ultimi attacchi hanno scatenato la reazione del premier.

Negli ultimi giorni, la figlia del premier Giorgia Meloni, Ginevra, è stata nuovamente bersaglio di insulti e minacce sui social media. Questo fenomeno, purtroppo ricorrente, ha scatenato una decisa reazione da parte del presidente del Consiglio, che ha condannato con fermezza l’odio online rivolto alla sua famiglia. In un clima già teso, questi episodi riaccendono il dibattito sulla sicurezza digitale e sull’odio online.

Insulti alla figlia di Giorgia Meloni sui social

“Auguro alla figlia della Meloni la sorte della ragazza di Afragola”.

Le parole pesanti, pubblicate su Facebook e attribuite a un dipendente del Ministero dell’Istruzione, hanno suscitato una forte ondata di indignazione in ambito politico. Il messaggio faceva riferimento alla tragica vicenda di Martina Carbonaro, la giovane di Afragola vittima di femminicidio a soli 14 anni. La destinataria dell’attacco è stata Ginevra, la figlia del premier, una bambina di otto anni coinvolta suo malgrado nel clima sempre più teso del dibattito pubblico nazionale.

La denuncia è arrivata da un altro impiegato del Ministero, Roberto Della Ragione, che ha reso noto l’episodio e ha sollecitato il ministro Giuseppe Valditara a intervenire con misure severe. Il ministro ha prontamente espresso solidarietà alla presidente Meloni, condannando senza esitazioni le minacce rivolte ai suoi familiari, sottolineando l’intolleranza verso qualsiasi forma di violenza.

Insulti alla figlia di Giorgia Meloni sui social: chi è l’autore

L’autore del post è Stefano Addeo, docente di tedesco in una scuola superiore della provincia di Napoli. Dal 1993 lavora al Ministero dell’Istruzione e del Merito e, fino al 2006, ha insegnato a Riva del Garda. Single, utilizza il soprannome «Funny» sul suo profilo Facebook. Recentemente ha rilasciato un’intervista al quotidiano Roma:

“È stato un gesto stupido, scritto d’impulso. Chiedo scusa per il contenuto del post: non si augura mai la morte, soprattutto a una bambina. Ma non ritiro le mie idee politiche: non mi sento rappresentato da questo governo”.

Addeo ha spiegato di aver scritto il post durante la notte, dopo aver ascoltato al telegiornale che l’Italia continuava a inviare armi a Israele. Ha raccontato di essersi svegliato la mattina seguente rendendosi conto di quanto aveva scritto e di averlo cancellato immediatamente. Il docente ha assicurato di essere consapevole della gravità del gesto, sottolineando però di non aver mai fatto politica in classe, di essere benvoluto dai suoi studenti, di condannare ogni forma di violenza, di amare gli animali e di dedicarsi al volontariato, riconoscendo infine che si è trattato di un errore.

Il professore ha poi riferito di aver subito minacce di morte, insulti di vario genere e atti vandalici come il lancio di pomodori contro le vetrine di casa. Ha spiegato di essersi rivolto alla Polizia Postale per presentare denuncia.

“Non accetto che un insegnante debba condividere pedissequamente le idee del governo per essere ritenuto degno del suo ruolo. I miei studenti mi adorano e lo dimostrano i messaggi che mi stanno mandando in queste ore“, ha concluso rivolgendosi al ministro Valditara.

Il ministro aveva sottolineato che, a tutela della grande maggioranza degli insegnanti con comportamenti esemplari, non si possono più tollerare atteggiamenti di singoli che sui social o in pubblico compromettono il decoro e la dignità propri di una professione così delicata. Aveva aggiunto che il ministero, tramite gli organi competenti, avrebbe sanzionato coloro i quali con i loro comportamenti si rendono indegni di far parte del mondo scolastico.

Insulti social contro la figlia di Giorgia Meloni: la risposta del premier e la solidarietà politica

La reazione del premier è stata immediata e netta, espressa attraverso un messaggio pubblicato su X carico di dolore e sconcerto per l’accaduto:

“Questo non è scontro politico. Non è nemmeno rabbia. È qualcosa di più oscuro, che racconta un clima malato, un odio ideologico, in cui tutto sembra lecito, anche augurare la morte a un figlio per colpire un genitore. Ed è contro questo clima violento che la politica, tutta, dovrebbe sapersi unire. Perché esistono confini che non devono essere superati mai. E difenderli è una responsabilità che va oltre ogni appartenenza”.

Molti esponenti politici hanno espresso solidarietà nei confronti della premier. La ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha definito il gesto «vile e inaccettabile», denunciandolo come una forma di barbarie che offende profondamente l’umanità e supera ogni limite di rispetto e civiltà democratica.

Anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha condannato le minacce, definendole ripugnanti e manifestando vicinanza a Giorgia Meloni e alla sua famiglia. Solidarietà è arrivata anche dalla sinistra, con Angelo Bonelli di Europa Verde che ha bollato il post come intollerabile, richiamando all’importanza di mantenere il confronto politico nei limiti del rispetto, senza degenerare nell’odio e nella violenza.