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L’archeologia di Hamas restituisce vessilli già noti nella storia del Medio Oriente.
L’esercito israeliano conferma la notizia del ritrovamento del corpo di un miliziano di Hamas, ucciso durante l’assalto al Kibbutz Sufa, con addosso la bandiera dell’Isis.
La conferma dell’esercito israeliano
Mercoledì 11 ottobre il canale Telegram South First Responders aveva diffuso immagini in cui era visibile l’insegna simbolo dell’organizzazione terroristica. «Bandiera dell’Isis trovata addosso a un miliziano di Hamas ucciso», conferma l’indomani il portavoce militare di Israele, mentre si prepara a completare la risposta ad Hamas su Gaza, «il carcere a cielo aperto più grande del mondo» secondo le parole dell’Ong Human Rights Watch.
Nome: Hamas. Cognome: Isis. O il contrario, se si preferisce. Questo è il messaggio lanciato che i media israeliani, pur tra numerose critiche, stanno lanciando da giorni. Finora infatti alcuni hanno sostenuto che i terroristi palestinesi starebbero combattendo (solo) in nome della libertà della loro terra e, pertanto, non avrebbero alcun legame con lo Stato islamico. Ora però spunta fuori una bandiera: bianco su nero (ma il risultato non cambia), «non c’è dio se non Allah» è una scritta che non lascia spazio all’immaginazione.
L’Isis dietro Hamas: e se fosse vero?
«Il mondo deve affrontare questo male e sconfiggerlo, esattamente come ha sconfitto l’Isis», scrive sui social il rappresentante dello Stato ebraico in Azerbaijan, George Deek. «Non abbiate dubbi: sono gli stessi assassini, le stesse bestie, gli stessi animali», aggiunge l’ex ambasciatore israeliano, Joshua Zarka. Se fosse vero, le carte in tavola cambierebbero. Tutte, tutto.