Baby, il caso delle prostitute dei Parioli arriva su Netflix

La storia delle prostitute adolescenti dei Parioli diventa una serie tv che sarà distribuita da Netflix, con la regia di Andrea De Sica.

Il caso delle giovanissime prostitute del quartiere Parioli, a Roma, arriva sul piccolo schermo.

La storia di quelle ragazze che ha scosso l’opinione pubblica diventa una serie tv che sarà distribuita su Netflix e trasmessa in 190 Paesi in tutto il mondo. La serie, dal titolo Baby, è stata prodotta da Fabula Picture, con la regia di Andrea De Sica e Anna Negri. Per De Sica è stata “una grandissima opportunità. Dare la mia visione a questa serie è stato intrigante”. Per il regista, dietro a episodi come quello dei Parioli si nascondono “storie di ragazzi alla disperata ricerca della loro identità e dell’amore.

L’aspetto della prostituzione c’è, ma non ci sarà nulla di sensazionalistico, anzi. C’è un ribaltamento di ruoli tra giovani e adulti”.

La serie, formata da 6 episodi, sarà disponibile su Netflix a partire dal 30 novembre.

Dalla cronaca a Netflix

Baby, dunque, non si sofferma tanto sul ‘come’, già adeguatamente indagato dalla magistratura, quanto sul ‘perchè’, sulle ragioni che spingono adolescenti benestanti a prostituirsi per denaro. Una risposta è stata fornita, a suo tempo, anche da una delle protagoniste della vicenda, indicata con il nome fittizio di Agnese. “Volevo comprarmi cose griffate, tutto ciò che mi piaceva”, ha spiegato la ragazza. “Ogni tanto davo i soldi a mamma, quindi aiutavo anche la mia famiglia.

Lei pensava che spacciassi, non mi sentivo di dirle che mi prostituivo. Quando le davo i soldi, li prendeva, anche se pensava non fosse giusto spacciare, e comunque mi rimproverava”.

Le indagini, aperte nel 2014, si sono ormai concluse e tutte le baby prostitute sono ormai maggiorenni. Adolescenti di 14 e 15 anni che si vendevano nei sotterranei romani, ubriache e drogate, in cambio di soldi. “Mi prostituisco a scopo economico dal luglio 2013. Ho 14 anni, ma quando sono truccata ne dimostro di più”, ha raccontato Agnese. “Noi, cioè io e la mia amica [Angela] ci mettevamo su un sito e una persona mi faceva da intermediaria: mi prendeva gli appuntamenti e mi accompagnava.

Abbiamo un appartamento per questi incontri“. Il primo è stato con un uomo di 35 anni. “Ci ha portato a casa sua”, ricorda Agnese. “Inizialmente lavoravo con Angela perché avevo paura. Prendevamo 300 euro insieme per la prestazione con rapporto completo, 200 per il rapporto non completo, solo i preliminari. Piano piano ho cominciato a lavorare da sola, chiedendo 150 o 100 euro”.

Per quel cliente, le baby prostitute non erano altro che “un passatempo, come la settimana enigmistica”.

Un vizio che gli è costato una condanna a nove anni e quattro mesi di carcere per sfruttamento della prostituzione.