Domenica In, Vittoria Schisano racconta il suo cambio di sesso

Vittoria Schisano il lungo percorso che l’ha portata a cambiare sesso a Mara Venier.

Vittoria Schisano, reduce dall’esperienza a Ballando con le stelle, è tornata in Rai nello studio di Domenica In.

Da Mara Venier, ha deciso di ripercorrere la sua carriera e la sua vita. Soprattutto ha deciso di raccontare il lungo percorso che l’ha portata a cambiare sesso. “Già quando avevo 6 anni avevo deciso di chiamarmi Vittoria”.

Vittoria Schisano racconta il suo cambio di sesso

Vittoria ha descritto la sua scelta come un “traguardo importantissimo e fortemente voluto”. A Domenica In l’attrice ha infatti dichiarato: “Sono felice, è una felicità che mi è costata tanta fatica e ad oggi lo dico con gli occhi luminosi: sono una persona felice.

Ho combattuto per la mia felicità. Ci sono arrivata con la verità e con il coraggio”. In seguito ha raccontato come sia stato difficile affrontare la sua verità con i genitori: “Ti rendi conto di essere amata da tua madre, ma lei non sa chi sei”.

E ancora: “Tuo padre ti abbraccia, ma non sa cosa c’è nella tua testa. Allora a un certo punto ti guardi allo specchio e devi pretendere di lasciarti andare.

7 anni fa c’è stata una crisi molto forte, non ero felice“. “Mi è costato essere Giuseppe, non ci sono per niente legata – prosegue -. Sono solo dispiaciuta di averlo trattato male, di non averlo abbracciato quando aveva bisogno. Però non mi manca, perché Giuseppe non mi è mai appartenuto. Ero infelice, un bambino che provava a proteggere i suoi genitori perché era un bambino diverso, che sapeva di essere nato in un corpo sbagliato“.

Infine racconta del bullismo e delle discriminazioni ricevute: “Già a 6 anni sapevo di essere Vittoria. Ma non c’è un’istituzione sociale, politica e scolastica che ti insegni le varie possibilità che la vita ti offre. A quell’età non hai il pregiudizio, giocavo con le Barbie. Giuseppe era un bambino che è stato molto bullizzato e deriso.

Ti dicevano ‘fro**o’, ‘femminella’. Io spesso non reagivo, ma la cosa non mi andava giù“.