La frattura alla vertebra T2 potrebbe essere il dettaglio che cambia la lettura del caso Liliana Resinovich. A oltre due anni dal ritrovamento del corpo della donna triestina, scomparsa misteriosamente nel dicembre 2021 e rinvenuta senza vita nel gennaio 2022, nuovi elementi emergono grazie all’inchiesta televisiva di Chi l’ha visto?.
Omicidio Liliana Resinovich: Sebastiano Visintin indagato
Sebastiano Visintin è ufficialmente indagato per l’omicidio della moglie Liliana Resinovich: secondo l’accusa, l’uomo l’avrebbe aggredita il mattino del 14 dicembre 2021 nel boschetto dell’ex Ospedale psichiatrico di San Giovanni e l’avrebbe soffocata, utilizzando una presa di tipo “chokehold”. La Procura segnala una dinamica violenta, con afferramenti, percosse, urti e graffi distribuiti su capo, torace, mani e arti, fino alla morte per asfissia meccanica esterna
L’ultima immagine di Liliana, ripresa alle 8:50 circa il 14 dicembre in piazzale Gioberti, segna l’inizio del mistero, che si è concluso tragicamente venti giorni dopo – il 5 gennaio 2022 – quando il suo corpo è stato ritrovato avvolto in sacchi neri nel boschetto.
I risultati della perizia medico-legale, redatti da un team guidato da Cristiana Cattaneo, hanno escluso la possibilità del suicidio e confermato la presenza di segni compatibili con un’aggressione premeditata, avvenuta entro poche ore dalla scomparsa.
Liliana Resinovich e la vertebra rotta: ecco chi è stato
Stando a quanto riportato da Chi l’ha visto?, la frattura riscontrata sulla vertebra T2 non sarebbe compatibile con l’intervento del preparatore anatomico, che aveva ipotizzato di averla accidentalmente causata durante le operazioni sul corpo.
Secondo fonti vicine alla trasmissione, il giudice per le indagini preliminari avrebbe respinto la richiesta di una nuova perizia medico-legale avanzata dai legali del marito, Sebastiano Visintin, sottolineando che la lesione risultava già visibile nella TAC effettuata l’8 gennaio 2022, mentre il trattamento del cadavere da parte dell’esperto sarebbe avvenuto solo tre giorni più tardi.
Il gip, invece, avrebbe accolto l’istanza della Procura per una perizia in incidente probatorio su una serie di reperti già acquisiti: si tratta in particolare degli abiti indossati da Liliana, di alcuni coltelli rinvenuti nell’abitazione dell’indagato, nonché di un braccialetto nero e celeste consegnato alle autorità dal fratello della vittima. L’udienza preliminare è stata fissata per l’8 luglio, data in cui potrebbero emergere elementi decisivi per l’eventuale rinvio a giudizio.