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Liliana Resinovich, nuovi sviluppi: cosa nascondono le tracce sul sacco che avvolgeva il corpo

Liliana Resinovich

Nuove informazioni emergono dalle analisi delle tracce rinvenute sul sacco che avvolgeva il corpo di Liliana Resinovich.

Le indagini sul caso di Liliana Resinovich hanno appena subito una svolta inaspettata che potrebbe cambiare radicalmente il corso delle investigazioni. Dopo mesi di mistero, è emersa una verità sorprendente legata al sacco che avvolgeva il corpo della vittima, elemento finora avvolto nel più fitto mistero. Gli inquirenti stanno ora esaminando nuovi dettagli che potrebbero svelare motivi e dinamiche finora ignoti, avvicinandosi così a una possibile soluzione di uno dei casi più discussi degli ultimi anni.

Nessuna novità dalle verifiche sulla GoPro di Sebastiano Visintin

Ulteriori indagini riguardanti la GoPro appartenente a Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich e unico indagato per la sua morte, non hanno finora fornito elementi di rilievo. La videocamera, installata sulla bicicletta di Visintin, aveva registrato il percorso effettuato dall’uomo tra le 12:16 e le 13:33 del giorno in cui la moglie è scomparsa, il 14 dicembre 2021. Secondo il Centro operativo per la sicurezza cibernetica della polizia postale del Friuli Venezia Giulia, le coordinate GPS e gli orari dei file video risultano coerenti con le dichiarazioni del marito e con la ricostruzione svolta dalla Squadra Mobile.

“Sembra che le indagini abbiano preso una direzione contro l’indagato e non a favore della verità. Il nostro timore è che alla fine se non emergeranno sufficienti elementi per sostenere un giudizio, la Procura chiederà l’archiviazione, ma sotto il profilo storico il nostro assistito resterà un indagato. Paradossalmente sarebbe meglio andare a giudizio e uscirne assolti“, hanno dichiarato i legali.

Liliana Resinovich, svolta inattesa dalle indagini: la verità sul sacco che avvolgeva il corpo

Secondo le indiscrezioni riportate da Il Piccolo, le analisi condotte dal Gabinetto interregionale del Triveneto di polizia scientifica di Padova hanno rivelato che l’impronta rinvenuta sul sacco dell’immondizia che avvolgeva le gambe di Liliana Resinovich non è stata lasciata da un guanto, come si era inizialmente ipotizzato. Secondo gli esperti, la traccia non sarebbe compatibile con il guanto sinistro trovato poco distante dal corpo, ma sarebbe stata causata dalla trama dei jeans indossati dalla vittima al momento della morte.

Questi accertamenti erano stati disposti dal gip Luigi Dainotti nel 2023, dopo che il giudice aveva respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Trieste, richiedendo approfondimenti su alcune evidenze. Per ricostruire la dinamica, gli investigatori hanno replicato le condizioni ambientali del luogo del ritrovamento utilizzando campioni simili di sacchi neri e i jeans di Liliana, ottenendo impronte a trama regolare confrontabili con quella trovata sul sacco che avvolgeva gli arti inferiori della donna.