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La distanza tra sondaggi e voto: perché il M5S spesso delude alle urne

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M5S: la differenza tra sondaggi e voto che delude gli elettori. Le difficoltà del partito nel trasformare il consenso percepito in risultati concreti.

Il M5S mostra una differenza significativa tra i dati dei sondaggi e i risultati effettivi del voto. Sebbene le rilevazioni indichino un certo livello di consenso, alle urne il partito spesso delude, evidenziando come il sostegno percepito non sempre si traduca in partecipazione reale degli elettori. Che cosa sta accadendo? Lo rivela Antonio Noto, presidente di Noto Sondaggi.

Scenario politico attuale e dinamiche di consenso

Gli ultimi rilevamenti confermano la difficoltà del M5S nel trattenere i voti, segnando il calo più consistente tra i principali partiti. Secondo il sondaggio Ixé, il Movimento di Conte si attesta al 13%, in calo dell’1,1%, mentre Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni conferma il proprio primato stabile sopra il 30% (30,3%). La Lega perde qualche decimo, scendendo al 7,8%, e Forza Italia arretra al 9,2%. Nel centrosinistra, il Partito Democratico registra una lieve flessione al 21,8%, mentre Alleanza Verdi e Sinistra risale al 7,1%.

I partiti minori mostrano variazioni contenute: Azione è al 3%, +Europa cala all’1,9%, Italia Viva si attesta al 2,6% e Noi Moderati rimane sotto l’1%. La lettura complessiva evidenzia come il M5S stenti a trasformare il consenso percepito in voti reali, mentre altre forze politiche, in particolare Fratelli d’Italia, riescono a consolidare il proprio bacino elettorale.

M5S e quella differenza tra sondaggi e voto che delude

Come riportato da Libero Quotidiano, il consenso del Movimento 5 Stelle spesso appare superiore rispetto ai risultati concreti delle urne. Giuseppe Conte mantiene un seguito tra gli elettori più delusi, come dimostrano le recenti tornate elettorali. Rocco Casalino, ex portavoce del leader pentastellato, sintetizza la situazione con una frase semplice ma significativa: Contano i sondaggi e i sondaggi ci danno al 14 per cento. Tuttavia, i sondaggi offrono soltanto “una fotografia del momento. Non del voto”, sottolinea il sondaggista Livio Gigliuto.

Giovanni Diamanti aggiunge che “il bacino M5s è tra i più permeabili all’astensione”, mentre Antonio Noto osserva come c’è anche un tema legato alla delusione degli elettori. Un altro fattore determinante riguarda la struttura del consenso del Movimento. Gigliuto spiega come “la gran parte del consenso del M5s si basa sul voto di opinione, che a livello locale conta meno, come abbiamo visto nelle recenti elezioni”.

Antonio Noto, presidente di Noto Sondaggi, aggiunge: Il sondaggio offre l’istantanea di un momento, non si proietta al giorno delle elezioni, evidenziando come la delusione degli elettori possa tradursi in astensioni. Diamanti conclude: “L’incapacità di mobilitare i propri elettori rappresenta un limite del M5s, che non può certo essere imputato ad altri partiti”. In sostanza, molti ex elettori mantengono un legame sentimentale con il Movimento, rispondendo ai sondaggi ma non recandosi alle urne.