> > La Global Sumud Flotilla torna in mare dopo il maltempo: gli obiettivi della ...

La Global Sumud Flotilla torna in mare dopo il maltempo: gli obiettivi della missione

global sumud flotilla

Global Sumud Flotilla, missione umanitaria verso Gaza tra sfide meteorologiche e pressioni politiche: ripreso il viaggio.

Dopo la pausa forzata dovuta al maltempo, la Global Sumud Flotilla è pronta a ripartire. A bordo ci sono volontari e attivisti provenienti da diversi Paesi, pronti a portare aiuti umanitari, generi di prima necessità e messaggi di solidarietà. Nonostante le difficoltà logistiche e le tensioni politiche che rendono complesso il viaggio verso la Striscia di Gaza, la missione rappresenta un chiaro segnale di sostegno internazionale.

La ripartenza della Global Sumud Flotilla: sfida al maltempo e viaggio verso Gaza

Dopo il rientro forzato a Barcellona causato da un violento temporale lungo la costa nord-orientale della Spagna, la Global Sumud Flotilla ha finalmente ripreso il viaggio in mare. La missione, che coinvolge 44 Paesi, 50 imbarcazioni e oltre 500 partecipanti, punta a raggiungere Gaza in un viaggio stimato di circa due settimane.

A bordo ci sono volontari e attivisti, tra cui figure internazionali come Greta Thunberg, Ada Colau e Liam Cunningham, insieme a delegazioni italiane da Genova, Catania e Siracusa con oltre 200 persone. La Flotilla trasporta più di 200 tonnellate di aiuti umanitari, tra generi alimentari e medicinali, con l’intento di rompere il blocco navale imposto da Israele e garantire un corridoio di sostegno alla popolazione palestinese.

Nonostante i venti forti che avevano obbligato al rientro delle imbarcazioni, la missione procede determinata, con principi di non violenza e totale rispetto della legalità internazionale.

Dopo il maltempo, riprende il viaggio della Global Sumud Flotilla: obiettivi e tensioni politiche

La Global Sumud Flotilla non si limita a distribuire aiuti: mira anche a sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sulle conseguenze dell’assedio israeliano sulla Striscia di Gaza, in vigore dal 2007. La spedizione denuncia le condizioni di carestia e conflitto che hanno raddoppiato la malnutrizione infantile negli ultimi mesi e chiede la fine di pratiche che considerano disumane. Tuttavia, la missione si trova a dover fronteggiare minacce politiche e legali, con il ministro della Sicurezza israeliano Itamar Ben-Gvir che ha prospettato misure dure nei confronti degli attivisti, inclusi arresti e confische.

Le autorità italiane e altri membri dell’opposizione europea hanno espresso sostegno ai partecipanti, sottolineando il carattere pacifico e legale dell’iniziativa. Parallelamente, alcuni governi e associazioni, come quello portoghese e l’organizzazione israeliana Shurt HaDin, hanno espresso critiche o avviato azioni legali, complicando ulteriormente il quadro internazionale. Nonostante ciò, la Flotilla continua a navigare con l’obiettivo di portare aiuti concreti e un messaggio di resilienza e solidarietà, incarnando lo spirito del “Sumud”, termine arabo che significa resistenza.