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Dubbi sull’autenticità alla mostra di Salvador Dalí a Parma: intervengono i carabinieri

mostra Salvador Dalí

A Parma, la mostra «Dalí. Tra arte e mito», inaugurata il 25 settembre a Palazzo Tarasconi, ha visto il sequestro di molte opere.

La recente vicenda legata alla mostra «Dalí. Tra arte e mito» a Parma ha riportato al centro del dibattito la questione dell’autenticità delle opere d’arte. Il sequestro di pezzi attribuiti al celebre pittore surrealista Salvador Dalí ha sollevato interrogativi sulla sicurezza delle esposizioni private e sul ruolo delle istituzioni e delle fondazioni nella verifica dell’autenticità artistica.

Maxi sequestro alla mostra di Salvador Dalí: reazioni degli organizzatori e delle istituzioni

La mostra, promossa dalla società privata Navigare SRL, ospitava circa 200 opere provenienti da collezioni private e dedicate a un arco di vent’anni dell’attività dell’artista catalano, con particolare attenzione al legame tra Dalí e la letteratura, inclusa la Divina Commedia. Navigare ha dichiarato di voler collaborare pienamente con le autorità per accertare l’autenticità dei pezzi sequestrati e ha sottolineato che la rassegna prosegue regolarmente, limitatamente alle opere non coinvolte nel sequestro.

La vicenda ha costretto la società a posticipare un’altra mostra a Milano dedicata a Frida Kahlo. Regione Emilia-Romagna e Comune di Parma hanno precisato di non aver erogato contributi economici alla mostra, ma hanno avvertito che il patrocinio potrebbe essere ritirato qualora venissero confermati i sospetti di falsità.

Maxi sequestro alla mostra di Salvador Dalí: i clamorosi sospetti dei carabinieri

I Carabinieri del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale hanno eseguito, su disposizione della procura di Roma, il sequestro di 21 opere attribuite a Salvador Dalí, esposte nella mostra «Dalí. Tra arte e mito» a Parma, inaugurata il 25 settembre presso Palazzo Tarasconi.

Le opere, comprendenti disegni, incisioni e oggetti vari, saranno trasferite a Roma per verifiche sulla loro autenticità. Il sospetto di falsità era stato segnalato dalla Fondazione Gala-Salvador Dalí, che tutela a livello internazionale i diritti sulle opere dell’artista. In precedenza, durante un’esposizione con il medesimo titolo a Roma, i Carabinieri avevano rilevato anomalie che avevano ulteriormente alimentato i dubbi.