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Morta all'improvviso, il marito in ospeale con gli stessi sintomi: cosa è successo nella loro casa

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Le indagini proseguono e nulla è al momento confermato: che cosa può aver provocato i sintomi che si sono manifestati prima del decesso?

Una morte improvvisa, avvenuta in casa, ma che non sarebbe riconducibile ad un infarto. É quella di una donna di 66 anni che si trovava insieme al marito nella loro abitazione di Alberoboro, frazione del comune di Monte San Savino, quando si sono presentati una serie di disturbi degenerati rapidamente. Prima la nausea ed il vomito, poi l’arresto cardiaco e il decesso della donna; analogamente anche il marito ha iniziato a stare male con sintomi similari ed è stato soccorso e ricoverato d’urgenza in ospedale dove, come riportato da Leggo, le sue condizioni sarebbero in miglioramento.

Le forze dell’ordine vogliono vederci chiaro e hanno avviato le indagini per capire cosa sia loro successo: e c’è una prima, sconcertante ipotesi.

Nausea e vomito, poi la morte: cosa è successo alla donna deceduta in casa

La vicenda arriva dalla provincia di Arezzo dove la villa dei due coniugi si trova attualmente sotto sequestro a seguito dell’apertura di un’inchiesta per far luce sulle cause del dramma. Stando alla ricostruzione dei fatti la prima a stare male è stata la donna 66enne deceduta dopo che il suo cuore si è fermato. Successivamente anche il mario di 67 anni ha iniziato ad avvertire disturbi quali nausea e vomito. Inizialmente, anche in virtù di patologie pregresse, si pensava che la donna fosse morta per un infarto ma dopo il ricovero del marito all’ospedale San Donato di Arezzo, dove i medici lo hanno sottoposto a ossigenoterapia ed una serie di altre cure, il quadro è mutato.

Gli inquirenti stanno valutando se all’origine del drammatico episodio possa esserci un avvelenamento accidentale. É emerso infatti che nei giorni precedenti una ditta specializzata ha effettuato una disinfestazione dai tarli e si sta dunque valutando se la sostanza impiegata possa essere correlata a quanto accaduto ai due coniugi e, dunque, se tra i lavori di disinfestazione ed il decesso possa esistere un nesso diretto. L’indagine è coordinata dal dal sostituto procuratore Marco Dioni: è possibile che venga disposta la riesumazione della salma (sepolta al cimitero di Montagnano due giorni dopo il decesso) allo scopo di procedere con l’autopsia e con gli esami tossicologici che potrebbero far chiarezza in tal senso. Ovvero se l’esposizione al pesticida antitarlo possa essere stata la causa scatenante del dramma avvenuto domenica 26 ottobre.