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Pino Piromalli in manette: maxi blitz contro la ’Ndrangheta, 26 arresti

carabinieri Pino Piromalli

’Ndrangheta, arrestato il boss Pino Piromalli: 26 persone in manette nel maxi blitz contro il clan di Gioia Tauro

All’alba di oggi è scattata l’operazione “Res Tauro”, un maxi blitz dei carabinieri del Ros in Calabria che ha portato all’arresto di 26 persone legate alla potente cosca Piromalli di Gioia Tauro. Tra loro spicca il nome di Pino Piromalli, detto Facciazza, lo storico boss ottantenne tornato al vertice della ‘ndrina dopo oltre vent’anni di detenzione.

Le accuse mosse agli indagati sono pesantissime: associazione mafiosa, estorsione, riciclaggio, autoriciclaggio, detenzione di armi, turbata libertà degli incanti, favoreggiamento e trasferimento fraudolento di valori, tutti aggravati dal metodo mafioso. “Sono stati ricostruiti gli assetti e le attività delittuose”, hanno fatto sapere i carabinieri in una nota. L’operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e firmata dal gip, è stata eseguita congiuntamente dai Ros e dai comandi provinciali dei carabinieri. Nel corso dei controlli è stato scoperto anche un arsenale che conferma la capacità militare della cosca, tornata negli ultimi anni a riproporsi con modalità di stampo tradizionale.

Pino Piromalli, il ritorno di “Facciazza”

Chi è dunque Pino Piromalli, l’uomo tornato ad essere il simbolo della ‘ndrina di Gioia Tauro? Dopo essere subentrato allo zio Giuseppe, negli anni era diventato un superboss con un controllo capillare del territorio. La sua influenza si era concentrata soprattutto sul porto di Gioia Tauro, che negli anni Novanta si trasformò nel più grande scalo commerciale del Mediterraneo, movimentando oltre due milioni di container l’anno. La cosca riuscì allora a piegare le società di gestione del Terminal Medcenter Container, finanziato con 128 miliardi di lire pubbliche, imponendo un pizzo del 50% su ogni container trasportato e assicurandosi subappalti e partecipazioni dirette nelle imprese. Nel 1993 “Facciazza” entrò nella lista dei latitanti più pericolosi d’Italia, fino all’arresto del 1999 che ne segnò il declino momentaneo. Nel 2009 furono sequestrati beni per dieci milioni di euro, distribuiti tra la Calabria e Milano. Anche il figlio Antonio, arrestato nell’operazione Cent’anni di Storia del 2008, si trova ancora in carcere. Dopo ventidue anni di detenzione in regime di 41 bis, l’11 maggio 2021 Piromalli tornò libero, rientrando subito nella sua terra.

Le nuove strategie del boss Pino Piromalli

Secondo gli investigatori, appena riconquistata la libertà, l’anziano boss comprese che la cosca necessitava di un restauro. Il progetto era chiaro: recuperare le vecchie regole della ‘ndrangheta, riaffermare l’autorità del casato e sgominare le nuove generazioni emergenti. Le indagini della Dda hanno documentato questo tentativo di riorganizzazione, fino ad arrivare all’operazione odierna. Il ruolo di Giuseppe Piromalli, detto Facciazza, è stato centrale, riportano i carabinieri, indicando come l’ottantenne avesse ripreso in mano le redini di una delle più radicate cosche della Piana di Gioia Tauro.