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Il contesto dell’omicidio
Il caso di Liliana Resinovich ha scosso profondamente la comunità di Trieste, portando alla luce una serie di eventi tragici che hanno culminato in un’accusa di omicidio. Secondo la Procura, il marito della vittima, Sebastiano Visintin, sarebbe responsabile della sua morte avvenuta nel parco dell’ex ospedale psichiatrico.
La ricostruzione dei fatti, riportata dal quotidiano Il Piccolo, delinea un quadro inquietante di violenza e soffocamento.
La ricostruzione dei fatti
Secondo le indagini, l’aggressione sarebbe avvenuta in un’area specifica del parco, precisamente in prossimità di via Weiss. La Procura ha evidenziato che Visintin avrebbe inflitto alla moglie una serie di percosse e compressioni, mirate a causare danni alla testa, al torace e agli arti. La brutalità dell’azione culmina in un soffocamento meccanico, un atto che ha portato alla morte della donna. Questo scenario agghiacciante solleva interrogativi sulla dinamica della relazione tra i coniugi e sul contesto in cui si è verificato l’omicidio.
Le reazioni e gli sviluppi legali
Il 20 maggio, i legali di Sebastiano Visintin hanno presentato una riserva di incidente probatorio, un passo che ha interrotto il conferimento di nuovi incarichi per accertamenti tecnici. Questo sviluppo ha suscitato preoccupazione tra gli inquirenti, poiché la procedura non è stata completata come previsto. La pm Ilaria Iozzi ha convocato una riunione per discutere ulteriori accertamenti, ma la situazione legale rimane complessa e in continua evoluzione. La difesa di Visintin, rappresentata dagli avvocati Alice e Paolo Bevilacqua, sta cercando di chiarire la posizione del loro assistito in un contesto di accuse gravi e circostanze inquietanti.