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Pallanuoto: Campagna, 'Settebello in crescita, non dobbiamo caricarci di troppe pressioni'

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Roma, 7 feb. - (Adnkronos) - "Si vive per gare così". Così il ct del Settebello Sandro Campagna a poche ore dal match con l'Ungheria ai mondiali di pallanuoto di Doha. Oggi è già il giorno spartiacque per gli azzurri: vincere contro i magiari campioni del m...

Roma, 7 feb. – (Adnkronos) – "Si vive per gare così". Così il ct del Settebello Sandro Campagna a poche ore dal match con l'Ungheria ai mondiali di pallanuoto di Doha. Oggi è già il giorno spartiacque per gli azzurri: vincere contro i magiari campioni del mondo in carica (che hanno battuto 15-8 la Romania) e già qualificati per le Olimpiadi, significa mettere un’ipoteca su uno dei 4 pass per Parigi in palio in Qatar (l’ultimo avversario del girone, il 9, è la Romania).

Gli azzurri devono prenotare i Giochi, dopo aver perso l’occasione agli Europei in Croazia neanche un mese fa col bronzo. L’esordio contro il Kazakistan è stato una goleada (33-3). "Abbiamo preso le misure del campo e degli spazi", spiega il sessantenne siciliano a 'Repubblica'.

Che dimensione ha il Settebello? "Possiamo giocarcela con tutti. Siamo ambiziosi, competitivi, da medaglia. Lo eravamo anche a Fukuoka (quinti, ndr). Finora è stato un biennio straordinario: secondi al Mondiale, primi alla World League, quarti all’Europeo, quinti al Mondiale e terzi all’Europeo -sottolinea Campagna-. Per vincere dobbiamo fare un salto importante e questo torneo ci servirà. Siamo in crescita, vanno sistemati alcuni dettagli ed evitati certi errori".

Quali? "Caricarci di troppa pressione. Basta già il peso in sé della gara con l’Ungheria, che è la nazionale vera, campione del mondo, non quella B degli Europei. Deciderà il girone e buona parte delle sorti. Sarà una bella sfida, una sofferenza, un crocevia. Secondo me ci siamo, dobbiamo fare il nostro gioco e tenere fuori tutto il resto, senza pensare che è così importante per il pass olimpico. Dobbiamo superare solo quello che è ancora un nostro limite: non avere stabilità verso l’eccellenza".

Cosa fa un ct prima di un appuntamento così decisivo? "Bisogna parlare con i giocatori. Abbiamo iniziato questo percorso di gennaio con le idee chiare. Vediamo se stiamo indovinando le mosse -dice ancora il campione olimpico di Barcellona '92-. Anche se non dovessimo battere l’Ungheria, il percorso più difficile ti migliora". Da uomo di sport, l’ha colpita il successo di Sinner? "Soprattutto mi è piaciuto il dopo. Come sta gestendo il successo. Le persone che ha a fianco sono straordinarie e ho apprezzato quello che ha detto il presidente Binaghi: se vogliamo continuare su questa strada, dobbiamo proteggerlo. Perché il rischio di bruciarsi è enorme. Da Jannik ci si aspettano solo vittorie. Invece la cosa più importante è che continui a crescere. Deve isolarsi, non deve pensare alla fama, e noi dobbiamo lasciarlo libero. Lo pensa anche mia madre".

Sua madre? "Amelia, 80 anni, casalinga e pensionata, nata a Lerici per sbaglio, mio nonno era ufficiale di Marina. Cresciuta a Palermo e trasferita a Siracusa quando si è sposata. E’ una malata di tennis come me. Non perde una partita. E mi telefona per segnalarmi, che so, il torneo di Cincinnati. È una fan di Sinner, anch’io lo seguo da quando ha vinto Sofia. Ma mia madre di lui sa proprio tutto, dove e come si allena. Ha una passione per lo sport, da ragazza faceva atletica leggera. Mi ha spinto lei alla pallanuoto, mio padre voleva che facessi calcio". Lei è tifoso della Juve, ha visto la partita con l’Inter? "Ahimè sì. Il risultato rispecchia le qualità individuali e del gioco, anche se il pareggio ci stava. Sono avanti, ma credo che in due anni potremo ribaltare la situazione: abbiamo dei giovani molto interessanti", conclude Campagna.