Le piogge monsoniche stanno devastando il Pakistan. Morti, case distrutte, città paralizzate. E sembra non fermarsi.
Il Pakistan e le piogge: emergenza, morti e città paralizzate
Almeno 41 persone sono morte nelle ultime 24 ore, 11 ferite, e tutto per la pioggia. Non piogge leggere, ma nubifragi continui… L’Autorità Nazionale per la Gestione dei Disastri (Ndma) registra numeri che fanno paura.
Il Sindh, nel sud, è il più colpito. Karachi sommersa dall’acqua. Strade bloccate. Blackout. Undici morti. Gilgit-Baltistan e Khyber Pakhtunkhwa registrano rispettivamente 11 e 19 decessi. E dall’inizio della stagione, il 26 giugno, i morti superano 748 e quasi mille feriti in tutto il Paese. Khyber Pakhtunkhwa in testa, 446 morti, Punjab 165.
Le immagini che arrivano dai media mostrano una vita stravolta per la zona del Pakistan. Bambini senza scuola, famiglie senza acqua potabile, cibo scarso. Le frane hanno bloccato strade principali. Il Dipartimento Meteorologico avverte: altre piogge fino al 25 agosto. Non è finita. La stagione dei monsoni ha già superato del 50% le precipitazioni dell’anno scorso. E la gente teme il peggio.
I danni da piogge in Pakistan: sfollati e soccorsi ostacolati
Gli edifici scolastici distrutti sono circa sessanta. 8.000 bambini senza istruzione. Più di 2.900 case danneggiate, 29.000 persone costrette in campi temporanei. La vita quotidiana è un percorso ad ostacoli… Save the Children e il partner locale Srsp tentano di aiutare: kit igienici, acqua potabile, cliniche mobili, spazi di apprendimento. Ma le frane rallentano tutto. Khuram Gondal, direttore di Save the Children in Pakistan, dice: “I bambini stanno ancora perdendo la vita… le loro case… le scuole.” Ricorda le inondazioni del 2022, 1.700 morti. Eppure, la storia si ripete. Il cambiamento climatico rende questi eventi sempre più frequenti, drammatici. Migliaia di famiglie hanno bisogno di riparo, acqua pulita e cibo. I governi devono intervenire, subito, con fondi per aiutare bambini e comunità a ricostruire. Come fare? Ma la crisi non è solo pakistana. Thailandia, Laos, Cina, Filippine: piogge torrenziali, case rase al suolo, scuole trasformate in centri di evacuazione. In Asia, il clima estremo è la nuova normalità. L’Organizzazione Meteorologica Mondiale segnala che la regione si riscalda più velocemente della media globale. Arshad Malik di Save the Children lo sintetizza chiaro: “Le inondazioni colpiscono chi ne è meno responsabile: i bambini. È un’ingiustizia globale.”
Il Pakistan è solo uno specchio, un luogo dove le piogge non sono secche, ma devastanti. Le vite si contano, le città si fermano, le famiglie cercano di sopravvivere. E il monsone continua.