Zingaretti all'Assemblea PD: "Serve un nuovo partito, cambierà tutto"

Nicola Zingaretti proclamato segretario all'Assemblea nazionale PD. "Dobbiamo rimettere al centro la giustizia sociale, per un partito più inclusivo".

Nicola Zingaretti è stato proclamato nuovo segretario all’Assemblea nazionale PD tenutasi all’hotel Ergife di Roma domenica 17 marzo.

La proclamazione ufficiale è seguita alla vittoria dello scorso 3 marzo, in occasione delle primarie nazionali del Partito Democratico. “Serve un nuovo partito, il nuovo Pd. Forse dovrà cambiare tutto” ha dichiarato durante la sua relazione all’assemblea. Paolo Gentiloni è invece stato eletto presidente con circa mille delegati in suo favore, nessun voto contrario e 86 astenuti. “L’obiettivo è quello di tornare a vincere” ha dichiarato Gentiloni.

“Serve un partito inclusivo, con al centro le persone”

Nel discorso tenuto davanti all’Assemblea Nazionale PD, il neosegratario Nicola Zingaretti ha toccato i temi con cui intende rilanciare il partito. Occorre un partito diverso, più aperto, più inclusivo, realmente democratico; che sia capace di fare autocritica” ha dichiarato. “Dobbiamo rimettere al centro la persona umanaha spiegato– come hanno fatto le ragazze e i ragazzi scesi in piazza per il clima. Serve più riformismo per affrontare il futuro.

Dobbiamo rimettere al centro la giustizia sociale, perché la lotta alla povertà è la condizione per stare meglio tutti“.

Dobbiamo cambiare tutto – ha dichiarato Zingaretti – penso a un nuovo statuto da scrivere insieme. Credo in un partito aperto e pluralista, aperto al civismo e al volontariato, basta con il correntismo esasperato che ha lasciato fuori troppe persone. A noi serve un Pd forte ma anche una rete di corpi intermedi. Dobbiamo costruire un campo democratico largo più allargato e inclusivo, senza settarismi.

Potranno farne parte anche forze diverse, forze civiche ma anche di orientamento liberale, persino nobilmente conservatrici che sono ugualmente lontane da Salvini“.

La critica al governo Lega-M5S

Parlando della situazione politica italiana (e non sono) ha dichiarato: “Negli ultimi 20 anni non abbiamo percepito che un becero liberismo ha ripreso le redini dello sviluppo: ci vuole più riformismo per affrontare il futuro“. Riferendosi poi al governo pentastellato ha osservato: “Su tutte le questioni più urgenti abbiamo un governo che pronuncia solo degli imbarazzanti ‘ni’ con un fraseologia tipica della prima Repubblica.

L’Italia è un grande Paese che non si governa con i ‘ni’, non si governa con l’immobilismo“. Poi ha aggiunto: “Non è in gioco solo il governo ma le fondamenta irrinunciabili della nostra comunità politica. Il Paese è bloccato e sta decadendo. Il pil è fermo, nel prossimo autunno ci sarà bisogno di una manovra di decine di miliardi di euro e sarà drammatica“.

I pilastri del PD di Zingaretti

I temi cardine tramite i quali Nicola Zingaretti vuole far ripartire il PD sono quattro: infrastrutture ecosostenibili, Rete, welfare e istruzione.

In primo luogo le infrastrutture materiali: serve un grande piano per un’Italia più sicura ma anche più rispettosa dell’ambiente. Perché solo con una svolta green si può tornare a produrre ricchezza. La riconversione ecologica dell’economia è il futuro. L’Italia deve contribuire all’obiettivo di emissioni zero in Europa“.

Secondo tema cardine per l’Italia sono le infrastrutture immateriali: la Rete. “Serve un grande piano per rilanciare innovazione e sapere e superare il digital divide” ha spiegato Zingaretti.

Terzo elemento portante è l’infrastruttura della conoscenza, secondo il segretario PD l’Italia deve “Investire sulla scuola e sull’istruzione pubblica come architrave di un’ampia operazione di crescita culturale“. Quarto pilastro per una politica che guardi al futuro sono, secondo Zingaretti welfare e sanità: “Non crediamo nella monetizzazione del welfare, ci batteremo per la sanità pubblica promuovendo quota 10, ossia un incremento di 10 miliardi per aumentare i livelli di assistenza e assumere 100mila nuovi operatori nella sanità pubblica italiana.

La vera priorità di questa epoca è il lavoro, in tutto il Paese ma soprattutto nel Mezzogiorno“.