Salvini: "Se tra 15 giorni diremo le stesse cose, sarà un problema"

"Non ho alcuna intenzione di far cadere il governo, ma i ministri e il presidente del Consiglio sono pagati per fare".

“Non ho alcuna intenzione di far cadere il governo, ma il governo è pagato per fare, i ministri e i presidenti sono pagati per fare”.

Con queste parole, pronunciate ai microfoni di Rtl 102.5, Matteo Salvini risponde a chi lo accusa di voler andare a elezioni anticipate, come testimonierebbero i continui scontri con gli alleati grillini. L’ultimo episodio si è verificato nel corso del vertice sullo Sblocca cantieri, tenutosi a poche ore dalla conferenza stampa di Giuseppe Conte. Sull’argomento “non è la Lega, ma è il Paese che ha le idee chiarissime”, ha sottolineato il vicepremier.

“Bisogna resettare il Codice degli appalti, aprire i cantieri e cancellare tutta quella burocrazia”.

Un ultimatum di 15 giorni

A margine del comizio a Porto Mantovano, Salvini ha risposto in diretta a Conte assicurandogli che, “se tutti mantengono la parola data, il governo va avanti”. Il giorno successivo ribadisce che “la mia volontà c’è”, ma precisa: “Se mi dovessi accorgere che tra 15 giorni ci ritroviamo qui a dirci le stesse cose, con gli stessi ritardi e gli stessi rinvii, allora sarebbe un problema.

Noi siamo pronti, vogliamo fare, abbiamo idee e progetti. Conto che, assorbiti i voti di questa campagna elettorale, tutti partano determinati e compatti”.

La replica di Toninelli

“Mi sono stancato della retorica per cui Salvini dice sì e il M5S dice no. Si dice sì alle cose giuste”, ha replicato Danilo Toninelli a Radio24. A proposito dello stallo sullo Sblocca cantieri, il ministro dei Trasporti ha definito il decreto “un giro di boa, risolto quello si va avanti.

Io dico che sulla flat tax siamo con la Lega. Salvini la vuole fare? Si chiuda in una stanza con il ministro Tria e trovi un accordo con la Ue, senza continuare ad andare in giro in campagna elettorale. Noi non lo osteggeremo. Ma la campagna elettorale è finita”.