Scuola, Conte: “Riparta didattica in presenza al 50% dal 7 gennaio”

Il Premier Conte nel corso del vertice ha ribadito l’importanza della ripartenza della didattica in presenza al 50% dal 7 gennaio.

Didattica in presenza al 50% nelle scuole dal 7 gennaio.

Questa è la linea ribadita dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che nel corso della riunione che si è tenuta con i capidelegazione della maggioranza. Proprio la scuola è stata un importante tema alla luce delle poche ore che separano dalla riapertura dei battenti degli istituti e il ritorno degli studenti tra i banchi.

Tuttavia su questa posizione non sarebbe d’accordo il vicepresidente dei pediatri italiani nonché referente dei pediatri pugliesi. Stando a quanto appreso da Fonti di Sky tg24 Nigri sostiene che non sia ancora opportuno riaprire a causa dell’aumento della curva dei contagi.

Non solo. Nigri ha dichiarato che sarebbe rischioso in quanto non si disporrebbe un sistema di tracciamento tale da permettere di tracciare i casi e isolarli sulla base dei tamponi diffusi.

Conte, ripartenza didattica in presenza al 50%

La scuola riparta con la didattica in presenza al 50% nelle scuole dal prossimo 7 gennaio. Lo ha fatto sapere il presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante il vertice che si è tenuto con i capidelegazione della maggioranza nonché il Comitato tecnico scientifico e il Ministro degli Affari Esteri Francesco Boccia, così come riportato da ANSA.

Una posizione che andrebbe a rafforzare la linea seguita dal Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina che tuttavia non avrebbe trovato i Governatori delle Regioni che in una nota hanno scritto: “Come governatori abbiamo fatto tutto ciò che era necessario in tema di sicurezza per i trasporti in accordo con i prefetti, ma restano molte criticità sul contenimento della pandemia”.

Nigri: “Riapertura scuola inopportuna”

Anche il vicepresidente dei pediatri italiani Nigri, stando a quanto riportano fonti di Sky Tg24, si è espresso contro la riapertura delle scuole: “Non è opportuno riaprire le scuole in presenza perché la diffusione del virus sta aumentando e non abbiamo ancora un sistema di tracciamento che consenta attraverso i tamponi diffusi di identificare e isolare i casi”.