Crisi di governo, approvata la fiducia a Conte

Con 321 voti favorevoli e 259 contrari la Camera dei deputati ha dato la fiducia al Presidente del Consiglio Conte.

Si è conclusa la votazione per il sostegno della fiducia al Governo Conte.

Il bilancio è di 321 voti favorevoli, 259 contrari, mentre gli astenuti sono stati 27. Nel pomeriggio, il presidente del Consiglio aveva tenuto il proprio intervento relativo alla situazione politica in atto dopo l’apertura della crisi di governo nei giorni precedenti.

Chi ha votato

Si sono appena concluse le votazioni della fiducia a Conte nel primo giorno di dibattito parlamentare. Alla Camera è passata la fiducia con 321 voti favorevoli, 259 contrari e 27 astenuti.

Hanno votato no alla fiducia di Conte diversi deputati di Forza Italia tra cui Renato Brunetta, il fratello di Alberto Zangrillo Paolo e Mariastella Gelmini. Per il Partito Democratico a dire no a Conte è Michela Rostan.

A dare il sostegno a Conte i deputati del Partito Democratico Laura Boldrini, Beatrice Lorenzin e Marco Minniti.

Mara Carfagna di Forza Italia non ha risposto. Ad astenersi anche diversi deputati di Italia Viva e Maurizio Lupi (Noi con l’Italia – UDC) non ha risposto nemmeno alla seconda chiamata.

Nel frattempo la Camera dei deputati si riunirà mercoledì 20 gennaio 2021 alle ore 9.30.

Conte: “Ho parlato con Biden”

Nella sua replica alla Camera al termine della discussione generale, il premier Conte ha preso una netta posizione rispetto ai “terribili fatti del 6 gennaio“, condannando l’atteggiamento del presidente uscente Donald Trump nei confronti dei manifestanti di Capitol Hill e sottolineando che “noi non possiamo permetterci di alimentare la tensione come è successo negli Stati Uniti.

Le nostre democrazie vanno difese con i fatti e con le parole“. Il cambio di passo rispetto all’amministrazione Trump è stato sancito da una “lunga e calorosa telefonata con Joe Biden” a pochi giorni dal suo insediamento alla Casa Bianca.

Il presidente del Consiglio ha invitato ad appoggiare il progetto politico del governo, un progetto “ben preciso e articolato che mira a rendere il Paese più moderno e a completare tante riforme e interventi già messi in cantiere. Non bisogna avere timori e timidezze quando si ragiona con sguardo chiaro. Dalle scelte che ciascuno in questa ora grave deciderà di compiere dipende il futuro del Paese“.

Conte ha poi concluso la replica ponendo la questione di fiducia sull’approvazione della risoluzione di maggioranza di Pd, M5S e Leu.

Il discorso di Conte alla Camera

Quando diedi vita al governo ero consapevole che un’alleanza tra formazioni politiche provenienti da storie e culture differenti che in passato si erano contrapposte poteva nascere solo sulla base di due discriminanti: l’ancoraggio ai valori costituzionali e la vocazione europeista in modo da consentire all’Italia di tornare protagonista nello scenario dell’Unione e recuperare il ruolo di leadership. Mi sono subito adoperato insieme alle delegazioni delle forze di maggioranza per delineare un disegno riformatore ampio e coraggioso.

Affermai che quel progetto politico avrebbe segnato l’inizio di una nuova e risolutiva stagione riformatrice ai fini di una società più equa e inclusiva. In quei punti programmatici c’era visione e una forte spinta ideale, un chiaro investimento di fiducia“.

“Mi sono impegnato con tutte le forze”

“All’inizio del 2020 le condizioni di attuazione di quel progetto si sono dovute misurare con la pandemia che ha sconvolto la dinamica delle nostre relazioni.

Stiamo affrontando una sfida di portata epocale. Alcune nostre certezze sono state poste in discussione e la politica è stata costretta a misurarsi quotidianamente come mai in passato con la scienza e la tecnica nella difficoltà di offrire risposte efficaci e rapide. Anche le nostre condizioni giuridiche sono state severamente derogate. In virtù dello stato di emergenza siamo stati costretti a introdurre misure restrittive dei diritti della persona operando delicati bilanciamenti dei principi e dei diritti costituzionali.

La maggioranza ha dimostrato grande responsabilità raggiungendo la convergenza sull’azione. Abbiamo coltivato un dialogo con tutti i livelli istituzionali nella consapevolezza che solo con una leale collaborazione sarebbe stato possibile agire efficacemente. Se oggi parlo in quest’aula a testa alta non è per l’arroganza di chi ritiene di non aver commesso errori ma per la consapevolezza di chi ha impegnato tutte le sue forze fisiche e intellettive per offrire protezione alla comunità nazionale.

Alcuni hanno opinato che la pandemia abbia schiacciato la politica. Ma in realtà mai come ora la politica è stata chiamata ad operare scelte per il bene comune, alcune delle quali di portata tragica. É stata politica la scelta di tutelare la salute, nella consapevolezza che solo così si potesse preservare anche il tessuto produttivo del paese. Tutta politica è stata la scelta di destinare ingenti risorse, più di 100 miliardi in termini di indebitamento netto, a sostegno di lavoratori, famiglie e imprese con ristori proporzionati alle perdite subite.

Politica è stata anche la determinazione con cui il governo ha chiesto all’UE di rispondere alla crisi in modo diverso dal passato e farsi promotrice di politiche espansive.

Da subito abbiamo raccolto la sfida di trasformare le difficoltà in opportunità ponendo le basi per un rilancio della crescita su più settori, dalla sanità, alla scuola, all’università, agli investimenti privati. Anche in vista delle grande sfida rappresentata dal Recovery Plan abbiamo preparato il terreno e definito un percorso accelerato per realizzare varie opere pubbliche.

Non avremmo potuto fare tutto questo se non ci fosse stata responsabilità e collaborazione in ciascuna forza politica.

La pandemia ha rafforzato la nostra alleanza e rafforzato le ragioni del nostro stare insieme. Fondamentale è stato anche il contributo delle opposizioni che, pur nelle differenti posizioni, hanno contribuito ad affrontare alcuni passaggi critici come il voto sullo scostamento di bilancio e l’avanzamento di proposte concrete e qualificanti. Proprio nei momenti più critici nella storia di un paese dobbiamo ritrovare le ragioni nobili e alte della politica che ispirano le scelte più autentiche.

Non possiamo offrire risposte mediocri come se nulla fosse accaduto.

“Da Italia Viva attacchi scomposti”

Al culmine di attacchi mediatici aspri e a volte anche scomposti, alcuni esponenti di Italia Viva hanno voluto smarcarsi da questo percorso comune. Si è aperta così una crisi che avviene in una fase cruciale del nostro paese quando ancora la pandemia è in pieno corso e tante famiglie stanno soffrendo per la perdita dei propri cari.

Confesso di avvertire un certo disagio e sono qui oggi non per annunciare nuove misure di sostegno ma per provare a spiegare una crisi di cui io stesso non avviso alcun plausibile fondamento. Ha provocato profondo sgomento nel paese e rischia di produrre danni notevoli, e non solo perché ha già fatto salire lo spread, ma anche perché ha attirato l’attenzione dei media internazionali e delle cancellerie straniere.

“Ora si volta pagina”

A questo punto non si può cancellare quel che è accaduto e pensare di recuperare quel clima di fiducia fondamentale per governare un paese. Ora si volta pagina. Il paese merita un governo coeso per favorire una pronta ripartenza e un’incisiva ripresa della nostra economia. I compiti sono molteplici e tutti urgenti. Dobbiamo lavorare per mettere in sicurezza il paese e riportarlo fuori dalla pandemia e completare il Recovery Plan confrontandoci con le associazioni che rappresentano le categorie produttive.

Dobbiamo poi varare il nuovo decreto Ristori dopo che il Parlamento si sarà pronunciato sul nuovo scostamento di bilancio di 32 miliardi.

L’Italia ha inoltre bisogno di riforme che prevedono il rinnovato impegno da qui alla fine naturale della legislatura in vari ambiti di intervento. Sul lavoro per esempio occorre introdurre una riforma che razionalizzi il sistema degli ammortizzatori sociali. Sulla salute va rafforzata la medicina territoriale e bisogna continuare a investire in ricerca.

Dobbiamo poi lavorare per politiche di genere promuovendo l’occupazione femminile e rafforzando il sostegno alle donne vittime di violenza. Quanto alla riforma fiscale, serve razionalizzare il quadro normativo esistente per ricostruire la fiducia dei cittadini e delle imprese. Altro pilastro dell’azione del governo sarà la digitalizzazione del paese sia per quanto riguardo il sistema produttivo che la Pubblica Amministrazione. Necessario anche il rilancio della cultura e del turismo, tra i settori più colpiti della pandemia.

Su tutti questi temi è possibile ritrovare tra le forze parlamentari una convergenza di proposte concrete su cui orientare l’azione futura di governo. Inoltre, in materia di legge elettorale, il governo si impegnerà a promuovere una riforma elettorale di impianto proporzionale quanto più possibile condivisa.

“Governo contro derive nazionaliste e sovraniste”

Il governo ha quindi bisogno del più ampio consenso in Parlamento. Servono un esecutivo e forze parlamentari volenterosi consapevoli delle delicatezze dei compiti. Servono persone disponibili a mantenere elevata la dignità della politica, la più nobile delle arti e dei saperi se declinata nel giusto spirito che mira sempre al benessere dei cittadini. Questo governo intende perseguire un progetto politico ben preciso che mira a modernizzare il paese compiendo la transizione energetica e digitale e potenziando l’inclusione sociale. Questo è il momento giusto per contribuire a questa prospettiva.

Questa alleanza dovrà esprimere una vocazione europeista contro le derive nazionaliste e le logiche sovraniste. Alleanza che può già contare su una solida base di dialogo (Partito Democratico, Liberi e Uguali e Movimento Cinque Stelle). Sarebbe un arricchimento poter acquisire anche il contributo politico di formazione che si collocano nel solco delle più nobili tradizioni europeiste, liberali e socialiste. Chiedo un appoggio limpido che si basi sulla forza della proposta. A chi ha a cuore il destino dell’Italia chiedo di aiutarci: aiutateci a ripartire e rimarginare la ferita prodotta dalla crisi in atto.

Alle forze di maggioranza voglio preannunciare che nei prossimi giorni vi chiederò di continuare il confronto per un patto di fine legislatura e al rinforzo della squadra di governo. Per parte mia annuncio che non intendo mantenere la delega all’Agricoltura e mi avvarrò anche della facoltà di designare un’autorità delegata dell’intelligence che possa seguire. Assicuro la massima disponibilità a guidare questa fase così decisiva per il rinnovamento del paese. Come detto da Mattarella, la fiducia si costruisce tenendo connesse le istituzioni con le sensibilità delle persone. Se avrò la fiducia garantisco che continueremo ad impegnare tutte le nostre energie e aggiungeremo anche il nostro cuore. Io sono disposto a fare la mia parte. Viva l’Italia”.

Le dichiarazioni di voto dei gruppi

Terminata la replica del presidente del Consiglio si sono succedute le dichiarazioni di voto dei singoli gruppi parlamentari a cominciare dal Movimento Associativo Italiani all’Estero, che negli ultimi giorni aveva tentato di costituire una sponda per il governo cambiando il proprio nome in Maie-Italia23. Il suo esponente Antonio Tasso ha infatti dichiarato: Il Maie voterà la fiducia, dopo torneremo a parlare di quello che c’è da fare. […] Abbiamo alle porte una terza ondata, che già terrorizza gli italiani. Alternativa a questa maggioranza è il voto, chi vuole procedere su queta strada lo faccia e se ne assuma la responsabilità”.

Ok alla fiducia al governo anche da parte del Gruppo Misto, che tramite il deputato Gianluca Rospi ha dichiarato: “Oggi noi di Popolo protagonista non voteremo a favore di questo governo”.

Il no di +Europa e Azione

Contrari invece alla prosecuzione dell’esperienza governativa sono i partiti di area liberale +Europa e Azione. Il deputato radicale Riccardo Magi ha infatti affermato: “Abbiamo condotto una opposizione responsabile e costruttiva. Da noi non verrà la fiducia a un governo che non farà quello che serve al Paese. […] Per il bene del Paese aprite la crisi formale di governo.

Tabacci: “La figura di Conte è centrale”

Sì alla fiducia da parte del Centro Democratico di Bruno Tabacci: “Centro democratico, che si avvale di importanti adesioni parlamentari, ha apprezzato l’intervento del presidente del Consiglio e voterà convintamente la fiducia. La figura di Conte è centrale, e la scelta di parlamentare la crisi è stata doverosa”. Dello stesso parere anche il gruppo delle Autonomie per bocca di Manfred Schullian: “Voteremo la fiducia a questo governo e auspichiamo che accolga le migliori idee per la costruzione del futuro del Paese”.

Liberi e Uguali: “No a crisi al buio”

A fianco del presidente del Consiglio anche i deputati di Liberi e Uguali, che scongiurano un’eventuale crisi al buio in un momento così delicato per il Paese: “C’è più bisogno di giustizia sociale, bisogna lavorare a una reale inclusione. Siamo convinti che da questa crisi sanitaria ed economica si esca insieme, con una squadra coesa. Presidente, se seguirà con coerenza e coraggio la strada indicata stamattina, ci troverò al suo fianco a collaborare con lealtà insieme alla maggioranza”.

Italia Viva: “Da noi rottura responsabile”

Ribadisce l’astensione di Italia Viva il capogruppo Ettore Rosato: “La nostra è stata una rottura responsabile. […] Voi siete qui senza avere l’assillo di trovare la maggioranza relativa, perché noi vi abbiamo garantito la nostra astensione. E lo confermo, così come confermo che voteremo lo scostamento di bilancio. Voteremo il decreto ristori e il decreto Covid”.

Giorgia Meloni: “È tempo dei patrioti”

Deciso intervento di critica al governo invece da parte della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni: “L’Italia non può permettersi un governo più debole di quello che ha già. L’Italia ha bisogno di qualcuno che abbia la capacità di indicare la rotta. Il mare è in tempesta, qualche volta dovremo stare sotto coperta. Ma quei sacrifici alla fine ci porteranno in un porto sicuro e tornerà il sole. Questo non lo può fare lei, se avesse a cuore il destino di questa nazione si sarebbe già fatto da parte, perché adesso è un altro tempo: adesso è il tempo dei patrioti, della libertà, dell’orgoglio.

Forza Italia: “Impossibile la maggioranza”

Aspre critiche anche da parte di Maria Stella Gelmini di Forza Italia, che si chiede come farà il governo a modificare la legge elettorale con una maggioranza così frastagliata: “Noi siamo profondamente europeisti, autenticamente liberali e ci onoriamo in alcuni di noi di una cultura socialista ma per tutte queste ragioni siamo alternativi alle forze che compongono la sua maggioranza. Un socialista non può stare con Bonafede che ha abolito la prescrizione ed un autentico liberale non riscontra nella politica economica di questo governo nulla che non sia dirigista, statalista e volto a vessare i cittadini”. Gelmini ha poi invitato l’esecutivo alle dimissioni se questo non dovesse trovare i numeri per continuare a governare.

Delrio: “Crisi al buio errore grave”

Tra gli ultimi interventi anche quello del capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio, che ha condannato l’aver innescato la crisi di governo: “Questo è il giorno della chiarezza e della trasparenza: come democratici italiani rinnoveremo a lei e al governo la nostra fiducia, senza dubbio. La scelta di aprire una crisi al buio è un errore grave ed è incomprensibile per i cittadini. […] Lei non è qui per sopravvivere ma per dare un orizzonte di forza e dignità al governo per il bene degli italiani. Per questo ci rivolgiamo a tutte le forze politiche democratiche e liberali. Il suo appello non solo è legittimo ma è giusto. Come diceva Alex Langer, è il tempo dei mediatori, è tempo di gettare ponti”.

Le anticipazioni

Per il Presidente del Consiglio non sembrano esserci problemi di numeri a Montecitorio, data la presenza solida del Movimento Cinque Stelle. Anche qualora Italia Viva dovesse astenersi, il Premier non dovrebbe infatti avere difficoltà a raggiungere la maggioranza. Tanti i temi che tratterà nel suo discorso, con cui dovrebbe offrire ai deputati un patto di legislatura puntando sulle riforme ancora da attuare, dalla scuola alle infrastrutture al fisco alla giustizia.

Conte si rivolgerà principalmente agli europeisti, ai moderati, a chi ha creduto in Renzi e potrebbe pentirsi, ai liberali di Forza Italia e ai pentastellati fuoriusciti dal Movimento. Potrebbe ricordare le “tante riforme realizzate e quelle che spera di poter fare se incasserà la fiducia e fare leva sulle urgenze che non consentono un vuoto di potere. Tra queste il Recovery plan, più volte definito un’occasione storica, lo scostamento di bilancio, il decreto Ristori, la campagna vaccinale e la presidenza del G20.

Parole che dovrebbero spingere l’Aula a confermare la fiducia in serata nell’attesa della battaglia più difficile in Senato il giorno seguente. Qui i numeri sono più risicati e quota 161, la maggioranza assoluta, sembra ancora complicata da raggiungere dopo che tanto l’Udc quanto Clemente Mastella, che in un primo momento sembrava disponibile a sostenere il governo, hanno fatto sapere di non votare la fiducia.

M5s: “Sarli e Del Monaco non voteranno”

Il movimento 5 stelle ha reso noto che i deputati Doriana Sarli e Antonio Del Monaco sono stati impossibilitati a votare, pur accordando “il proprio sostegno al governo e al presidente Giuseppe Conte”.

Sgarbi: “Conte si dimetta”

Il deputato Vittorio Sgarbi è intervenuto alla Camera non esitando a dichiarare: “Non è una crisi al buio, è una crisi in piena luce. Lei ha perso la protezione del suo padrino che lo ha sfiduciato: Zingaretti non la voleva. Lei non è indispensabile, non è stato eletto, dunque sia onesto e responsabile: si dimetta e vada in Cina”.