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Immagina di trovarti di fronte a un cratere che brucia incessantemente da oltre cinquant’anni, un’attrazione turistica capace di affascinare e spaventare migliaia di visitatori. Stiamo parlando della Porta dell’inferno, un luogo tanto enigmatico quanto inquietante situato nel deserto del Karakum, in Turkmenistan. Ma ora, un annuncio shock sta per cambiare tutto: il fuoco che ha illuminato il deserto potrebbe spegnersi per sempre.
Scopriamo insieme la storia di questo fenomeno naturale e le ragioni dietro la sua possibile estinzione.
1. La Porta dell’inferno: origine e curiosità
La Porta dell’inferno è un cratere di circa 70 metri di diametro e 20 metri di profondità, creato per errore nel 1971 da un gruppo di geologi sovietici. Mentre cercavano giacimenti di petrolio, si imbatterono in un vasto deposito di gas naturale. Quando il terreno collassò, i geologi decisero di dare fuoco al gas per evitare rischi per la popolazione locale, pensando che il fuoco si sarebbe spento in breve tempo. Invece, le fiamme continuarono a bruciare senza sosta, diventando un’attrazione iconica. Non crederai mai a quello che è successo dopo!
Il nome “Porta dell’inferno” è stato coniato dai pochi abitanti del villaggio vicino, Derweze, colpiti dall’odore di combustione e dalle fiamme ardenti visibili a chilometri di distanza. Negli anni, questo cratere è diventato un simbolo non solo del disastro ambientale, ma anche una meta turistica che ha attirato visitatori da tutto il mondo. Hai mai pensato a come un evento così drammatico possa trasformarsi in un luogo di attrazione?
2. Il regime e la strana relazione con il cratere
Per decenni, il Turkmenistan è stato governato da Gurbanguly Berdymukhamedov, un leader carismatico che ha utilizzato la Porta dell’inferno come strumento di propaganda. Nel 2019, per smentire voci sulla sua morte, si esibì in un video mentre guidava una 4×4 vicino al cratere, dimostrando il suo legame con questo simbolo nazionale. Tuttavia, la sua ambivalenza nei confronti della Porta è emersa: nel 2010 tentò di spegnere il fuoco, ma alla fine accettò il suo fascino unico. Questo video sta spazzando il web: chi si aspettava una simile mossa?
Ora, sotto la guida del figlio Serdar, il regime ha deciso che è giunto il momento di chiudere questo capitolo. Con l’aumento dell’estrazione di gas naturale nella regione, le fiamme stanno già perdendo intensità, e il governo sembra intenzionato a spegnere definitivamente il cratere, richiamando così un interesse crescente per altre attrazioni turistiche. Ma cosa succederà a questo simbolo iconico?
3. Un futuro senza fiamme: le nuove prospettive turistiche
La decisione di spegnere la Porta dell’inferno ha suscitato preoccupazioni tra i turisti e gli esperti. Questo iconico cratere ha rappresentato un’attrazione unica, ma ora si sta lentamente spegnendo, proprio come il combustibile che lo alimenta. Con l’inizio delle operazioni su nuovi pozzi di gas nel 2024, le fiamme si stanno riducendo, e l’effetto visivo che ha attratto fino a 10.000 visitatori per volta sta svanendo. La numero 4 ti sconvolgerà: chi avrebbe mai immaginato che un luogo così affascinante potesse vedere la sua fine?
Ma il governo turkmeno non si lascia scoraggiare. Con la chiusura della Porta, puntano a valorizzare altre bellezze architettoniche della capitale, Ashgabat. La città è stata trasformata in un museo a cielo aperto, ricca di fontane uniche e strutture strabilianti, come la ruota panoramica al coperto più grande del mondo e il palazzo della televisione nazionale, che è il più grande edificio a forma di stella. Insomma, il Turkmenistan è pronto a scrivere un nuovo capitolo, ma il ricordo della Porta dell’inferno rimarrà scolpito nella memoria collettiva. E tu, sei pronto a scoprire cosa ci riserverà il futuro?
Conclusione
La Porta dell’inferno del Turkmenistan rappresenta un esempio affascinante di come un disastro ambientale possa trasformarsi in un’attrazione turistica. Ma ora, mentre il fuoco sta per spegnersi, il paese si prepara a un futuro senza questo simbolo. Riuscirà il Turkmenistan a mantenere vivo l’interesse turistico anche senza il cratere infuocato? Solo il tempo potrà dirlo. E tu, cosa ne pensi? Condividi le tue impressioni nei commenti!