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Il 29 dicembre, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato una legge che esonera la Russia dall’obbligo di rispettare le sentenze penali provenienti da tribunali esteri o internazionali ai quali non è associata. Questa mossa, che modifica la costituzione russa, rappresenta un chiaro segnale della volontà di Mosca di non rispettare eventuali sentenze future relative al conflitto in Ucraina, che potrebbero includere la convocazione di funzionari russi, incluso lo stesso Putin.
La legge si inserisce in un contesto politico in cui la Russia ha già rifiutato le accuse avanzate dalla Corte Penale Internazionale (ICC), che nel marzo ha emesso un mandato di arresto per Putin, accusandolo di essere coinvolto nella presunta deportazione di bambini ucraini in Russia. È importante notare che la Russia non ha mai ratificato il Trattato di Roma, che ha creato l’ICC, e ha successivamente ritirato la sua firma da questo accordo.
Implicazioni della nuova legislazione
Con la recente modifica, i tribunali russi non sono più tenuti a riconoscere le sentenze emesse da giurisdizioni estere se la Russia non ha partecipato alle relative procedure. Inoltre, possono ignorare le decisioni di organismi giudiziari internazionali la cui autorità non è sostenuta da un trattato firmato dalla Russia o da una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Le reazioni internazionali
I funzionari europei e ucraini hanno espresso la loro intenzione di perseguire in tribunale i funzionari russi e bielorussi per presunti crimini di guerra commessi durante l’invasione dell’Ucraina. Nel giugno, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy e il segretario generale del Consiglio d’Europa, Alain Berset, hanno firmato un accordo per istituire un tribunale speciale con questo scopo.
Le conseguenze per la giustizia internazionale
Questa legge segna un punto di svolta nei rapporti della Russia con la giustizia internazionale e mette in discussione l’efficacia delle istituzioni globali nel perseguire i crimini di guerra. La scelta di Putin di ignorare le sentenze emesse da corti straniere apre la porta a una crescente impunità per i crimini commessi durante il conflitto in Ucraina.
Il ruolo dell’informazione e della libertà di stampa
In questo contesto di crescente repressione, The Moscow Times ha recentemente denunciato le pressioni che sta affrontando. L’Ufficio del Procuratore Generale della Russia ha designato l’organizzazione come “indesiderata”, minacciando di criminalizzare la sua attività. Questa situazione sottolinea la battaglia per la libertà di informazione e il rischio per i giornalisti che cercano di riportare i fatti in un clima di censura.
La comunità internazionale deve affrontare queste sfide e lavorare per garantire che i diritti umani e la giustizia prevalgano, anche di fronte a leggi che cercano di sottrarsi alla responsabilità. Ci si aspetta che la pressione per il rispetto dei diritti umani continui a crescere, specialmente in relazione ai crimini di guerra e alle violazioni dei diritti dei civili in Ucraina.