Raid di Macerata, Traini fa amicizia con detenuti di colore

Lo psichiatra del carcere di Macerata lo ha definito capace di intendere e di volere: il raid fu un gesto organizzato.

Luca Traini, 29 anni, è in carcere con l’accusa di strage aggravata da odio razziale, sei tentati omicidi, porto abusivo d’arma e danneggiamenti.

Ha aperto il fuoco tra le vie di Macerata e si è scagliato contro un gruppo di migranti. In attesa del processo, è rinchiuso nel carcere di Macerata dove, secondo quanto riportato dal Corriere Adriatico, avrebbe fatto amicizia con diversi detenuti di colore.

La perizia psichiatrica

La notizia è emersa grazie alla relazione dello psichiatra Massimo Picozzi, incaricato dal penitenziario di stilare una perizia su Traini. “All’inizio non voleva vedere nessun immigrato, poi di due racconta: ‘Uno è come mio fratello, l’altro è un simpaticone'”, si legge tra i documenti di Picozzi.

Durante le sedute con lo psichiatra, Traini “si è messo a nudo, ha parlato del passato, dei suoi turbamenti presenti e del sogno di sposarsi e avere un figlio, anzi una bimba”. Picozzi ha stabilito che, al momento del raid, Traini era una “persona capace di intendere e di volere” e che quello del 3 febbraio fu un “gesto organizzato” per vendicare la morte di Pamela Mastropietro.

L’avvocato difensore, Giancarlo Giulianelli, contesta la perizia di Picozzi perché la sua valutazione è avvenuta solo dopo che l’imputato ha trascorso trenta giorni in un istituto penitenziario di Piacenza.

Lì, Traini è stato sottoposto a un periodo di osservazione e cura che hanno avuto effetti positivi sulla sua psiche. La relazione finale degli esperti piacentini sostiene che il 29enne soffre di disturbi della personalità e che è una persona emotivamente instabile. Una tesi simile a quella presentata dallo psichiatra della difesa, Giovanni Camerini, che descrive Traini come incapace di intendere per un disturbo bipolare.

L’udienza fissata per il 3 ottobre aprirà il dibattimento per andare a sentenza.