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Caso Bibbiano, svolta inattesa a Reggio Emilia: la sentenza scatena il dibattito

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Sentenza per il caso Bibbiano: si conclude il processo “Angeli e Demoni” sul presunto sistema di affidi illeciti nella Val D’Enza, Reggio Emilia.

Il caso Bibbiano, che ha scosso profondamente l’opinione pubblica italiana, arriva oggi a una svolta decisiva con la sentenza emessa a Reggio Emilia. Dopo anni di indagini e polemiche legate al presunto sistema di affidi nella Val d’Enza, il verdetto ha suscitato un acceso dibattito.

Bibbiano, il piccolo comune al centro dello scandalo

Il caso Bibbiano, noto anche come inchiesta “Angeli e Demoni”, ha coinvolto nel 2019 i servizi sociali della Val d’Enza, in provincia di Reggio Emilia, in un presunto sistema illecito di affidi di minori. Secondo le accuse, sarebbero state redatte false relazioni psicologiche per allontanare bambini dalle loro famiglie e affidarli a conoscenti, spesso dietro compenso.

Caso Bibbiano, sentenza a Reggio Emilia: una svolta che fa discutere

Nel processo “Angeli e Demoni” sul presunto sistema di affidi illeciti nella Val d’Enza, la maggior parte delle accuse è stata respinta con la sentenza emessa dal tribunale collegiale di Reggio Emilia. La decisione ha portato a sole tre condanne con pena sospesa: due anni per Federica Anghinolfi, ex responsabile dei Servizi sociali della Val d’Enza, un anno e otto mesi per l’assistente sociale Francesco Monopoli e cinque mesi per la neuropsichiatra Flaviana Murru.

Per gli altri 14 imputati, invece, i giudici hanno disposto l’assoluzione, con alcuni proscioglimenti dovuti alla prescrizione. Complessivamente, erano oltre cento i capi d’accusa. Undici degli imputati erano accusati di aver redatto o favorito relazioni false, finalizzate all’allontanamento dei minori dalle proprie famiglie per affidarli, in alcuni casi, ad amici e conoscenti.