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Riesame delle Green Card Americane: Impatti e Riflessioni dopo l'Incidente di Washington

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Riconsiderazione delle procedure per le green card a seguito di un attacco a Washington perpetrato da un cittadino afghano.

La sparatoria avvenuta nei pressi della Casa Bianca ha sollevato interrogativi sulla sicurezza delle procedure di immigrazione negli Stati Uniti. Un cittadino afghano, Rahmanullah Lakanwal, è accusato di aver ferito gravemente due membri della Guardia Nazionale. Questo episodio ha portato i funzionari americani a riesaminare le green card rilasciate a individui provenienti da paesi considerati ad alto rischio.

Il contesto dell’attacco

L’episodio è avvenuto in un momento delicato per la politica migratoria americana. Lakanwal, entrato negli Stati Uniti nell’ambito dell’operazione Allies Welcome, ha visto la sua richiesta di asilo approvata quest’anno. Questo ha sollevato preoccupazioni riguardo alla gestione delle pratiche di immigrazione. La risposta dell’Uscis, l’agenzia incaricata dell’immigrazione, è stata immediata. Secondo fonti ufficiali, il direttore Joseph Edlow ha ordinato un “riesame completo e rigoroso” di tutte le green card rilasciate a cittadini provenienti da determinati paesi.

I paesi a rischio

Il direttore ha specificato che il riesame coinvolgerà 19 paesi, tra cui Afghanistan, Cuba, Haiti, Iran, Somalia, Libia, Sudan, Yemen e Venezuela. Sono stati inclusi anche altri paesi come Myanmar, Chad, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale, Eritrea, Burundi, Laos, Sierra Leone, Togo e Turkmenistan. Questo movimento ha scatenato un dibattito acceso sulla sicurezza e la valutazione dei rifugiati negli Stati Uniti.

Le reazioni e le conseguenze

La sparatoria ha provocato una reazione immediata. L’amministrazione Trump ha avviato un riesame delle pratiche d’immigrazione, con particolare attenzione alle richieste di asilo approvate durante l’amministrazione Biden. Secondo quanto dichiarato dalla portavoce del Department of Homeland Security, Tricia McLaughlin, tutti i casi di asilo rilasciati dopo l’attacco saranno oggetto di riesame. Nel contesto attuale, Trump critica l’amministrazione precedente per aver accolto “20 milioni di stranieri sconosciuti e non controllati”.

La procedura di controllo

Le autorità hanno confermato che tutti gli afghani giunti negli Stati Uniti nell’ambito dell’operazione Allies Welcome hanno effettuato controlli di sicurezza approfonditi. Lakanwal, ad esempio, è stato sottoposto a screening da parte di agenti dell’intelligence e dell’antiterrorismo, sia prima di lasciare l’Afghanistan sia al suo arrivo negli Stati Uniti. L’indagine attuale si propone di accertare come un individuo già controllato possa aver commesso un atto violento nel cuore di Washington.

Il programma allies welcome

Il programma Allies Welcome, lanciato, ha consentito l’ingresso di circa 85.000 rifugiati afghani negli Stati Uniti. Questi individui, molti dei quali avevano collaborato con le forze americane, sono stati inizialmente ospitati in basi militari. Tuttavia, il programma ha subito delle modifiche l’anno successivo, trasformandosi in Enduring Welcome, per continuare a supportare gli afghani attraverso i programmi di accoglienza esistenti.

Con oltre 190.000 afgani già reinsediati, il futuro di molti rimane incerto. Circa 260.000 afgani attendono ancora un visto per entrare negli Stati Uniti, con alcuni di loro in situazioni precarie in paesi terzi o in Afghanistan, dove la loro vita è in pericolo.

Le preoccupazioni politiche

La situazione ha riacceso il dibattito sulla gestione delle politiche migratorie. Alcuni politici repubblicani hanno sollevato preoccupazioni riguardo ai controlli non sufficientemente rigorosi effettuati durante l’evacuazione dall’Afghanistan. La necessità di un bilanciamento tra sicurezza e accoglienza è diventata un tema centrale, mentre le autorità continuano a indagare sulle circostanze che hanno portato a questo attacco.