Un atto di protesta estrema
Il sciopero della fame a oltranza di alcuni esponenti del partito Radicale ha attirato l’attenzione su un tema cruciale: i diritti dei detenuti e le problematiche legate al decreto sicurezza del Governo. Dal 23 aprile scorso, Rita Bernardini ha intrapreso questa forma di protesta, a cui si sono unite Laura Di Napoli dalla Sardegna e Chiara Squarcione dal Piemonte.
Queste attiviste non solo mettono a rischio la loro salute, ma cercano di sensibilizzare l’opinione pubblica e i parlamentari su questioni di giustizia e dignità umana.
Le richieste dei Radicali
Il movimento Radicali, sostenuto dall’appello di Nessuno tocchi Caino, chiede una riduzione di un anno di pena per tutti i detenuti e l’eliminazione delle parti ritenute incostituzionali del decreto sicurezza. Tra le criticità evidenziate, spicca il nuovo reato di resistenza passiva nelle carceri e la normativa sulle detenute madri. Laura Di Napoli sottolinea l’importanza di un indulto per alleviare la pressione intollerabile sul sistema penitenziario italiano, affermando che si tratta di riaffermare il principio costituzionale del rispetto della dignità umana.
Critiche al decreto sicurezza
Chiara Squarcione, membro della Giunta dell’associazione Adelaide Aglietta di Torino, critica il decreto sicurezza definendolo il risultato di una mentalità securitaria e criminalizzante. Secondo lei, il provvedimento colpisce categorie vulnerabili come i detenuti e le madri ristrette, introducendo strumenti repressivi che rappresentano un grave arretramento sui diritti civili e umani. La sua posizione riflette una crescente preoccupazione per l’equilibrio tra sicurezza e diritti fondamentali, un tema che continua a essere al centro del dibattito pubblico in Italia.