L’Italia si prepara a una giornata di forti disagi: oggi, venerdì 28 novembre 2025 è in programma uno sciopero generale che coinvolgerà trasporti, scuola, sanità e numerosi servizi pubblici e privati. Con treni fermi già dalla sera precedente e adesioni significative in molte città, la mobilitazione rischia di avere un impatto rilevante sugli spostamenti e sulle attività quotidiane dei cittadini.
Sciopero generale 28 novembre: le motivazioni e le richieste dei sindacati
Il fronte sindacale porta avanti una piattaforma di richieste ampia e trasversale. I Cobas, in una nota, spiegano di aver proclamato lo sciopero per ottenere «investimenti consistenti in scuola, sanità e trasporti» e un «taglio profondo delle spese militari», insieme alla stabilizzazione dei precari della Pubblica amministrazione e ad aumenti salariali capaci di recuperare «circa il 30% perso in vent’anni».
Le rivendicazioni includono anche l’introduzione del salario minimo, la riduzione dell’orario di lavoro e pensioni indicizzate all’inflazione. Nel documento si critica inoltre la Legge di Bilancio e lo spostamento di risorse «dalle spese sociali agli armamenti», così come la privatizzazione di settori chiave – energia, poste, telecomunicazioni, trasporto pubblico e igiene urbana. Alcune organizzazioni denunciano anche la «criminalizzazione del conflitto sociale» contenuta nel Ddl Sicurezza e l’impatto dell’autonomia differenziata, ritenuta capace di ampliare i divari territoriali.
Alla protesta aderisce anche il comparto giornalistico, che chiede il rinnovo del contratto Fnsi–Fieg, scaduto nel 2016. Manifestazioni e cortei sono programmati in numerose città, segno della forte partecipazione e della volontà dei lavoratori di dare un segnale politico chiaro sul futuro dei servizi pubblici e delle condizioni salariali nel Paese.
Sciopero generale 28 novembre: orari e servizi garantiti
Il 28 novembre 2025 l’Italia entra in una delle giornate di protesta più estese dell’anno, con uno sciopero generale che coinvolge sia il pubblico sia il privato. A proclamare l’astensione sono CUB, USB, SGB, COBAS, USI-CIT e molte altre sigle del sindacalismo di base, che hanno scelto una mobilitazione compatta di 24 ore.
Lo stop dei treni è iniziato già alle 21 del 27 novembre, con fasce garantite per i regionali tra le 6 e le 9 e tra le 18 e le 21, mentre autobus, tram e metropolitane registrano adesioni diverse in ogni città: Roma e Napoli sono tra le più colpite, mentre Milano mantiene un servizio regolare. Nel comparto aereo restano operative le finestre protette indicate da Enac, che conferma la tutela dei voli tra le 7 e le 10 e tra le 18 e le 21.
Anche scuola e sanità partecipano alla mobilitazione: nelle aule possono verificarsi sospensioni delle lezioni, mentre gli ospedali garantiscono solo urgenze e attività imprescindibili.
I taxi, invece, rimangono in servizio: «Lo sciopero non è lo strumento più utile in questa fase», spiega il presidente di itTaxi e Uri, Loreno Bittarelli, richiamando alla necessità di «un dialogo costruttivo senza interrompere un servizio essenziale».