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Scurati, Ad Sergio: "Vogliono distruggere la RAI. Nessuno mi ha informato del monologo"

Scurati AD Rai Sergio

L'amministratore delegato RAI, Sergio ha commentato l'annullamento del contratto ad Antonio Scurati. Dura la sua reazione.

Il monologo che lo scrittore Antonio Scurati avrebbe dovuto recitare durante la puntata della trasmissione di Rai 3, “Che sarà?” condotta da Serena Bortone è diventata un caso politico. Anche l’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio è entrato nel merito della questione affermando di aver saputo dell’accaduto direttamente tramite i canali social della conduttrice Serena Bortone: “Chi ha sbagliato paga”, sono state le dure parole dell’ad della televisione di Stato.

Scurati, l’AD Rai Sergio: “Quello che è accaduto non può finire qui”

Sergio è stato interpellato da La Stampa. Nel corso di questo colloquio l’AD Rai ha spiegato che “quello che è accaduto non può finire qui” aggiungendo inoltre che “per lunedì ho chiesto una relazione, saranno presi provvedimenti drastici”. Il dirigente RAI ha osservato quanto sia surreale che una simile vicenda sia accaduta: “È necessario approfondire e dare risposte. Chi ha sbagliato paga”.

Non ultimo per ciò che riguarda il monologo, Sergio ha evidenziato: “Del monologo censurato “nessuno mi ha informato. Ho appreso del caso Scurati dal post che la giornalista Serena Bortone ha pubblicato sui profili social. Si doveva agire diversamente. Possiamo anche discutere sulla richiesta di mille e 800 euro per un minuto in trasmissione, se fosse esagerata o meno o non compatibile con gli standard Rai, e quindi anche eticamente inaccettabile, ma certamente non lo avrei censurato”.

Il sostegno dell’Associazione Italiana Editori a Scurati: “Libertà di espressione è al cuore della democrazia”

Nel frattempo l’Associazione Italiana Editori ha espresso il pieno sostegno allo scrittore Antonio Scurati dichiarando di essere “a fianco degli editori nel ribadire che la libertà di espressione è al cuore della democrazia ed è principio guida inderogabile per tutto il mondo del libro. Un Paese forte della sua democrazia non dovrebbe mai temere le opinioni degli scrittori, qualunque esse siano”.