La Strage di Bologna, avvenuta il 2 agosto 1980 e rimasta una delle pagine più drammatiche della storia italiana, continua a segnare la cronaca giudiziaria. Dopo decenni di processi e sentenze, l’attenzione torna oggi su Gilberto Cavallini, uno degli imputati condannati per il ruolo nell’attentato. Ecco la decisione del tribunale di Sorveglianza.
Strage di Bologna, condanna definitiva all’ergastolo per Gilberto Cavallini
La Corte di Cassazione ha confermato in via definitiva la condanna all’ergastolo per Gilberto Cavallini, ex membro dei Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), riconoscendolo colpevole di concorso nella strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna. I giudici hanno evidenziato il ruolo logistico determinante svolto da Cavallini: ha fornito rifugio ai principali esecutori dell’attentato, tra cui Mambro, Fioravanti e Ciavardini, falsificato documenti per il loro uso e messo a disposizione un’auto per i trasferimenti necessari alla realizzazione della strage.
Il percorso giudiziario ha attraversato diversi gradi di giudizio: il primo grado si è concluso il 9 gennaio 2020 con la condanna all’ergastolo, confermata in appello il 27 settembre 2023, fino alla pronuncia definitiva della Cassazione del 15 gennaio 2025, che ha respinto il ricorso della difesa stabilendo che le prove erano sufficienti a dimostrare “oltre ogni ragionevole dubbio” la partecipazione di Cavallini all’organizzazione e all’esecuzione dell’attentato.
La decisione ha suscitato profonda emozione tra i familiari delle vittime, che da decenni attendono verità e giustizia per le 85 persone uccise e le oltre 200 rimaste ferite in quel tragico episodio.
Strage di Bologna, Gilberto Cavallini al centro della decisione del tribunale di Sorveglianza
È stata revocata la semilibertà concessa nel 2017 a Gilberto Cavallini, 73 anni, ex Nar, condannato in via definitiva all’ergastolo per la strage del 2 agosto 1980. La decisione è stata presa dal magistrato di Sorveglianza di Spoleto, Fabio Gianfilippi, su richiesta della Procura generale di Bologna.
Il provvedimento riguarda la cessazione della misura per Cavallini, attualmente detenuto a Terni, in seguito alla sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Bologna che ha rideterminato a tre anni il periodo di isolamento, aggiungendone uno in conseguenza dell’ultima condanna. Secondo il magistrato, l’isolamento ancora da scontare rende incompatibile la prosecuzione della semilibertà.