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Iran minaccia la chiusura dello Stretto di Hormuz, gli USA chiedono l’intervento della Cina

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Dopo i raid su siti nucleari, JD Vance ha definito suicida per l’Iran la presunta chiusura dello Stretto di Hormuz. I motivi.

Torna alta la tensione nello Stretto di Hormuz, snodo strategico per il traffico globale di petrolio, dopo le nuove minacce dell’Iran di bloccarne il transito. La mossa arriva in un contesto già infiammato dai recenti raid statunitensi contro siti nucleari nella Repubblica Islamica. Washington risponde sollecitando l’intervento della Cina per contenere Teheran, mentre il vicepresidente USA JD Vance ha definito la possibile chiusura dello Stretto una scelta potenzialmente disastrosa per l’Iran.

Le dichiarazioni di Donald Trump sui danni ai siti nucleari iraniani

Il presidente Usa, Donald Trump, ha affermato su Truth che tutti i siti nucleari in Iran hanno subito danni monumentali, come dimostrato dalle immagini satellitari, definendo la situazione un vero e proprio annientamento. Ha spiegato che la struttura bianca mostrata è incastonata profondamente nella roccia, con il tetto situato ben al di sotto del livello del terreno e completamente protetto dal fuoco. Trump ha sottolineato che i danni maggiori si sono verificati ben al di sotto del suolo.

Iran minaccia di chiudere lo Stretto di Hormuz, cruciale per il petrolio e il gas globale

Lo Stretto di Hormuz, situato tra Iran e Oman, collega il Golfo Persico al Golfo dell’Oman e al Mar Arabico, configurandosi come un passaggio marittimo cruciale per il commercio energetico globale. Questa rotta è di fondamentale importanza soprattutto per il trasporto di petrolio e gas naturale liquefatto (GNL), tanto che la sua eventuale chiusura comporterebbe gravi conseguenze per i flussi commerciali internazionali.

Nel contesto delle tensioni crescenti tra Iran e Israele, Teheran ha minacciato di bloccare il traffico nello Stretto, da cui transita la maggior parte degli idrocarburi esportati da paesi come Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Iraq, Qatar e dallo stesso Iran. Secondo la U.S. Energy Information Administration, nel 2024 attraverso questo tratto – largo appena 33 chilometri nel punto più stretto – sono transitati in media 20 milioni di barili di greggio al giorno, oltre a circa un quinto del commercio globale di GNL, in gran parte proveniente dal Qatar.

Un’analisi dell’Agenzia Internazionale per l’Energia conferma che dallo Stretto passa circa il 25% delle forniture mondiali di petrolio, e che anche una sua interruzione temporanea avrebbe un impatto rilevante sui mercati energetici.

Negli ultimi anni, a causa delle tensioni nella regione, non sono mancati episodi di sequestri di petroliere da parte dei Guardiani della Rivoluzione iraniani. In risposta a questa vulnerabilità, paesi come Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti hanno avviato progetti per diversificare le rotte di esportazione, anche attraverso la costruzione di oleodotti che aggirino lo Stretto.

Lo Stretto di Hormuz a rischio: l’Iran minaccia la chiusura, gli USA sollecitano Pechino

Secondo quanto riportato dall’emittente iraniana Press TV, il Majlis, il Parlamento di Teheran, avrebbe concluso che lo Stretto di Hormuz debba essere chiuso. Tuttavia, la decisione finale spetterebbe al Consiglio supremo di sicurezza nazionale. A riferirlo è il generale Esmail Kowsari, esponente dei Guardiani della Rivoluzione e membro della commissione Sicurezza nazionale del Parlamento.

Intanto, dagli Stati Uniti arriva un monito: la chiusura dello Stretto sarebbe, a giudizio del vicepresidente JD Vance, una mossa potenzialmente suicida per l’Iran. Intervistato da NBC News, Vance avrebbe sottolineato che gran parte dell’economia iraniana dipende proprio da quel corridoio marittimo. Se Teheran decidesse di bloccarlo, ha aggiunto, danneggerebbe se stessa e destabilizzerebbe ulteriormente lo scenario globale.

Sulla questione è intervenuto anche il segretario di Stato americano Marco Rubio, che ha esortato la Cina a fare pressioni sull’Iran per evitare l’interruzione del traffico attraverso Hormuz. Parlando a Fox News, Rubio ha ricordato come Pechino dipenda in larga misura da quel passaggio strategico per l’importazione di petrolio, invitando il governo cinese a farsi parte attiva per scongiurare un’escalation.

“Incoraggio il governo cinese a contattarli in merito, perché dipendono fortemente dallo Stretto di Hormuz per il loro petrolio”.