Oggi la sentenza nel processo che vede protagonista Ciro Grillo, coinvolto in un caso di stupro di gruppo. Una vicenda che ha attirato grande attenzione mediatica, segnata da indagini complesse, dibattimenti intensi e testimonianze cruciali. Le tappe principali del processo e i momenti chiave che hanno portato i giudici alla loro decisione finale.
Stupro di gruppo, oggi la sentenza su Ciro Grillo: le tappe del processo
Il caso ha avuto inizio nell’estate del 2019, quando una studentessa italo-norvegese di 19 anni ha denunciato di aver subito violenza sessuale di gruppo nella villa di Porto Cervo, di proprietà della famiglia Grillo. Secondo l’accusa, la giovane era stata drogata con un “beverone” e abusata da Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia.
Gli imputati hanno sostenuto che si trattasse di un rapporto consenziente. Il caso ha suscitato ampio interesse mediatico, anche a causa delle dichiarazioni pubbliche del padre di Ciro, Beppe Grillo, che ha difeso pubblicamente il figlio.
I quattro ragazzi avrebbero prima fatto ubriacare e poi stuprato la 19enne, riprendendo tutto con lo smartphone. Inoltre, l’amica della vittima, che dormiva sul divano, è stata ritratta senza consenso in alcune foto oscene, elemento che potrebbe aggravare l’accusa di violenza sessuale di gruppo. La difesa ha sostenuto che si trattasse di rapporti consensuali, mentre il pubblico ministero ha chiesto per tutti gli imputati 6 anni di reclusione, più 3 anni aggiuntivi per la continuazione del reato.
L’udienza finale, inizialmente prevista per il 3 settembre, era stata rinviata a causa della morte del figlio del giudice Marco Contu, presidente del collegio di Tempio Pausania. Dopo le brevi discussioni tra giudici, pm e avvocati, la sentenza è stata fissata per oggi, 22 settembre.
Ciro Grillo e lo stupro di gruppo: la dura condanna
Dopo mesi di udienze e cinque anni di indagini, i giudici hanno condannato il figlio del comico a 8 anni di reclusione, la stessa pena inflitta a Capitta e Lauria, mentre Corsiglia dovrà scontare 6 anni e 6 mesi. Nessuno dei quattro imputati, né la vittima era presente in aula al momento della sentenza.
Il collegio giudicante ha riconosciuto a tutti e quattro gli imputati le circostanze attenuanti generiche e ha stabilito il pagamento di un’indennità provvisoria alle parti civili: 10.000 euro per Grillo, Lauria e Capitta, e 5.000 euro per Corsiglia. Quest’ultimo è stato condannato per stupro di gruppo, ma assolto dall’accusa di aver molestato l’amica della studentessa italo-norvegese attraverso la diffusione di immagini sessualmente esplicite scattate mentre la ragazza dormiva nella villetta in Sardegna. L’ammontare dei risarcimenti civili sarà determinato in una fase successiva.
“Nonostante le prove fossero poderose, non ci si abitua mai ad attendere una sentenza simile. La mia assistita è scoppiata in lacrime, mi ha commosso. Le prime lacrime di gioia in un percorso in cui è stata crocefissa”, dichiara l’avvocato Giulia Bongiorno, come riportato dall’Adnkronos.
L’avvocato Enrico Grillo, difensore di Ciro Grillo, si è detto molto deluso dalla sentenza:
“Ribadiamo il fatto che siamo convinti della nostra innocenza. Proseguiremo nei gradi di giudizio successivi, aspettiamo i motivi della sentenza e ovviamente proporremo appello”.
L’avvocato Antonella Cuccureddu, difensore di Francesco Corsiglia, ha dichiarato di essere sorpresa perché gli esiti del processo facevano prevedere un’altra assoluzione. Ha aggiunto che, sebbene la posizione del suo assistito fosse stata ritenuta meno grave rispetto a quella degli altri, ciò non conforta in alcun modo, poiché i giudici hanno comunque creduto a una ragazza smentita da tutti gli elementi di prova acquisiti durante il processo, senza alcun elemento a suo favore. Il legale Alessandro Vaccaro, difensore di Vincenzo Lauria, invece, ha definito la sentenza pesante e ha precisato che continueranno nel loro percorso, convinti dell’estraneità dei loro assistiti ai reati contestati, pur riconoscendo che il tribunale ha avuto un giudizio differente.